23 Maggio 2020

Con la riapertura delle attività spunta la “Tassa sul Covid”. La prova negli scontrini

Con la riapertura delle attività commerciali chiuse per un lungo peridio a causa del coronavirus, arrivano le soprese per i consumatori. E non sono piacevoli visto che si tratta dell’ aumento dei prezzi non troppo velato ma addirittura evidenziato negli scontrini. La denuncia del Codacons È quanto denuncia il Codacons. Secondo l’ associazione dei consumatori, bar, parrucchieri ed estetisti stanno ritoccando i prezzi al rialzo con quella che è già stata ribattezzata “Tassa Covid”. Gli aumenti vanno dal 25% fino addirittura al 66%. Ma di cosa si tratta? La nuova tassa Come riporta il Sole 24 or e pubblicando le foto degli scontrini, gli esercenti chiedono soldi in più ai clienti giustificando l’ aumento come una sorta di contributo per le spese sostenute a garantire il rispetto dei protocolli obbligatori nei loro locali. Insomma da due a quattro euro per ripagare le spese di sanificazione e di messa in sicurezza. Nei casi più estremi, denuncia Codacons, il cliente deve pagare 10 euro per indossare obbligatoriamente dall’ estetista un kit di sicurezza. Gli aumenti dei bar Ma gli aumenti riguardano anche i bar. E il caso di Milano è emblematico. Difficile trovare nel capoluogo lombardo ancora un caffè a 1 euro o poco più. Il prezzo è salito di qualche decina di centesimi e in certi casi è arrivato a 2 euro. Anche l’ Unione nazionale dei consumatori ha avuto segnalazioni di aumenti . Secondo questa associazione, si tratta di “una prassi scorretta che si sottrae forse anche da un punto di vista fiscale alla somma dovuta al consumatore” che, intanto, vede aumentare le sue spese.

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