8 Marzo 2014

Comune di Milano, caso derivati tutte le banche assolte in appello

Comune di Milano, caso derivati tutte le banche assolte in appello

MILANO – Il contratto stipulato nel 2005 tra il Comune di Milano e quattro banche sui derivati legati ai tassi di un bond da 1,68 miliardi, non fu una truffa. La quarta sezione della Corte d’ appello milanese – presidente Luigi Martino – ha così ribaltato il verdetto di primo grado, concluso oltre un anno fa con la condanna di nove manager (tra cui il figlio dell’ ex sindaco di Napoli, Bassolino) e, in base alla legge 231 le banche che avevano sottoscritto quell’ accordo (Deutsche Bank, Depfa, JP Morgan e Ubs). I giudici hanno anche dissequestrato il presunto frutto del profitto illecito: 89 milioni di euro. L’ accusa, sostenuta fino all’ appello dal procuratore aggiunto Alfredo Robledo, era convinta di aver scoperto come dietro a quell’ operazione finanziaria – sottoscritta dalla giunta guidata dal sindaco di centrodestra Gabriele Albertini – si celassero compensi gonfiati per quasi 100 milioni di euro, destinati alle quattro banche poi incriminate. In primo grado, il Comune di Milano si era costituito parte civile ottenendo a titolo di risarcimento, attraverso un accordo stragiudiziale, 455 milioni di euro dalle banche (40 subito, il resto dilazionato in vent’ anni). E ieri il sindaco Giuliano Pisapia ha voluto ricordare le polemiche nate dopo quell’ accordo. «La sentenza – ha commentato – conferma la validità della scelta del Comune di stipulare un accordo con le banche, un accordo che non viene in nessun modo modificato dalla decisione di oggi». «Erano accuse infondate», ha invece reagito con una nota JP Morgan, difesa in giudizio dagli avvocati Perroni e Della Sala. Mentre Ubs (avvocati Cagnola, Coppi, Visco e Bana) ha accolto il verdetto «con grande soddisfazione ». «Giustizia è fatta. La Corte d’ appello ha guardato con serenità la vicenda e non ha potuto che ammettere che si è trattato di una bella operazione finanziaria», l’ emblematico commento di Giuseppe Jannacone, che con il collega Guido Alleva, ha patrocinato Deutsch Bank e Depfa. In appello, durante il suo intervento, il sostituto procuratore, Piero De Petris, aveva invece invocato la conferma della sentenza di primo grado – pena massima 8 mesi e 15 giorni – con l’ eccezione di una assoluzione e l’ applicazione della prescrizione per tre imputati. Il procuratore aggiunto Robledo rispetta il verdetto: «I magistrati che hanno deciso sia in primo grado che in appello sono tutti di assoluta eccellenza. In una materia così nuova e complessa – ha affermato – è più che mai legittima la differenza di opinioni. Non è però un’ opinione il fatto che esclusivamente a causa di questo processo – ha precisato Robledo – le banche abbiano versato al Comune di Milano la somma di 455 milioni di euro». Secondo l’ associazione dei consumatori Codacons «occorre che il legislatore intervenga immediatamente affinché si chiuda definitivamente la porta a questo genere di operazioni». Per il Codacons, infatti, i contratti dei derivati stipulati da diversi Comuni italiani con le banche si sono dimostrati «strumenti inadatti». Intanto a Londra la Regione Calabria e la banca giapponese Nomura hanno chiuso una transazione in base alla quale alla Regione andranno 24 milioni, poco più della metà dei profitti illeciti contestati alla banca (35 milioni) dal pm Robledo prima e dalla Procura di Catanzaro poi, per un’ analoga operazione in derivati. © RIPRODUZIONE RISERVATA

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