24 Marzo 2018

Compravendita di Bitcoin: sequestro per il sito di trading

Un’ offerta al pubblico, rivolta anche a soggetti residenti in Italia, avente ad oggetto ‘portafogli di investimento’ cui è collegata la promessa di rendimenti periodici predeterminati mensili compresi tra il 17,7% e il 29,7% del capitale investito”: è il contenuto di una interdittiva della Consob, l’ autorità italiana di vigilanza sulla Borsa, verso un sito che assicurava guadagni certi a chi avesse investito nei suoi prodotti, legati all’ andamento del valore dei bitcoin. Nulla a che fare quindi con la compra – vendita di criptomonete come circolato nei giorni scorsi, bensì con una sorta di scommessa sulla loro fluttuazione. La segnalazione è arrivata alla procura della Repubblica di Roma (la società, estera, aveva infatti affari anche in Italia) che nei giorni scorsi, dopo mesi di indagini da parte del nucleo di polizia valutaria, ha ordinato il sequestro del sito Crypt.trade Capital. Tra le motivazioni del sequestro, l’ abusivismo finanziario, ovvero il reato di chi svolge “servizi di investimento o di gestione collettiva del risparmio chi offre in Italia quote o azioni di organismi di investimento collettivo del risparmio e promuove con tecniche di comunicazione a distanza strumenti finanziari o servizi di investimento, senza essere iscritto all’ albo apposito”. Mesi fa, anche la Codacons aveva promosso esposti in 104 procure d’ Italia per chiedere maggiori controlli sulle attività legate ai bitcoin. Il rischio, però, è che si crei confusione e che passi il messaggio che scambiare bitcoin sia un reato in sè. Detenere e scambiare Bitcoin, qualora si rispetti la normativa antiriciclaggio che l’ Italia ha recepito l’ anno scorso, non lo è. Tutte le altre attività, invece, possono rientrare nelle categorie sotto la vigilanza Consob. Come però rientrerebbero quelle legate a qualsiasi altro asset, dal mais ai pannolini, se non comunicate e se esercitate in modo abusivo.
vds

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