20 Gennaio 2012

Compattatori senza benzina: è emergenza rifiuti

Compattatori senza benzina: è emergenza rifiuti

Catania Il vento della protesta soffia in modo sempre più deciso nel Catanese dove anche ieri i presidi di strade e snodi viari importanti si sono moltiplicati. Il risultato è, ovunque, identico: traffico rallentato con code lunghissime di auto – che, a difficoltà, vengono fatte passare – ed inevitabile effetto-domino sin dentro le città. Ma, soprattutto, il prolungato blocco – i tir sono fermi da lunedì scorso – ha in pratica causato lo svuotamento dei supermercati ed il prosciugamento delle scorte di carburante. Ed i riflessi negativi si stanno adesso verificando in alcuni servizi pure essenziali, come quelli di igiene urbana: i mezzi della raccolta dei rifiuti o non possono uscire perchè a corto di gasolio o non possono raggiungere i luoghi di conferimento. Questa è la situazione che si è vissuta, ad esempio, a Paternò dove i rifiuti sono rimasti per strada. Con conseguenze facilmente immaginabili. Con Corso del Popolo, all’ incrocio con via Mongibello, bloccato, così come via Balatelle e via Vittorio Emanuele al congiungersi con la strada statale 121 entrare in città è stato impresa ardua. In centro situazione quasi surreale tra negozi chiusi – in special modo i panifici e le rivendite di generi alimentari -, strade svuotate, in alcuni casi anche difficile accompagnare i bambini a scuola. E da qualche parte anche l’ inquietante ombra che dietro alle tante saracinesche chiuse ci possa essere stata l’ opera di "persuasione" di qualcuno… Anche alcune strutture sanitarie hanno avvertito che potrebbero esserci disagi, perché parte del personale, i pendolari, non riescono a garantire la loro presenza sul posto di lavoro anche a causa della mancanza di benzina. Diversi ormai i blocchi stradali anche nel Calatino dove sono comparsi da mercoledì. Anche il vescovo della Diocesi mons. Calogero Peri ha avuto parole di conforto per i dimostranti ascoltando le ragioni della loro protesta pacifica. Pure la marineria catanese ha preso attivamente parte alla protesta. Presidiati i varchi di accesso al porto etneo. E nel contempo a dichiarare l’ agitazione – sulla base di una piattaforma che in parte coincide con quella della protesta spontanea – sono anche i pescatori della Fai-Cisl. Situazione difficile, pesante. E così ieri mattina per scongiurare ulteriori conseguenze alla produzione e al commercio, i rappresentanti del sistema imprenditoriale catanese e delle associazioni datoriali, si sono dati appuntamento davanti alla Prefettura, per presentare le loro istanze al massimo rappresentante del governo nazionale. «Non abbiamo presentato una contestazione al diritto a manifestare – hanno spiegato – ma viceversa per affermare l’ altro diritto, quello delle imprese a lavorare, e quello dei cittadini a circolare, a rifornirsi di carburante, a veder consegnata la merce della quale sono destinatari, a poter acquistare ciò d cui necessitano». Il Codacons, infine, ha annunciato la presentazione di esposti alle nove Procure della Repubblica siciliane per chiedere di «verificare se lo stato di agitazione sia conforme alla disciplina che lo regola e se sussistono reati di interruzione del servizio pubblico».

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