COMMERCIO: VENDITE DETTAGLIO LUGLIO A MINIMI DA 2001
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CODACONS: E’ LA PROVA DEL 9 CHE E’ CRISI DI CONSUMI. AUMENTO IVA SAREBBE LA FINE
Secondo i dati resi noti oggi dall’Istat, il livello delle vendite al dettaglio a luglio ha tocca i minimi da dodici anni.
Per il Codacons è la prova del 9 che questa crisi è, per l’Italia, una crisi di consumi e che per uscirne occorre ridare capacità di spesa al ceto medio, diventato oggi povero. Fino a che non si inverte questa rotta, abbassando la pressione fiscale sul 50% della popolazione più povera, compensando il minor gettito o con una seria lotta all’evasione o tagliando le spese improduttive o alzando la pressione fiscale sul 50% degli italiani che stanno meglio, la crescita non potrà ripartire.
E’ per questo che non va aumentata l’Iva, che colpirebbe in primo luogo e più pesantemente quel 50% degli italiani che stanno peggio, dato che 1 euro in più, per chi ne ha solo 100 per arrivare a fine mese, fanno molto più male di 10 euro in più per chi ne ha mille per arrivare a fine mese o di 100 in più per chi ne ha 10.000 da spendere. Aumentare l’Iva sarebbe la fine!
Ecco, perché, considerato che il primo ottobre è ormai alle porte, il Codacons rilancia le sue proposte. Considerato che combattere l’evasione o ridurre la spesa pubblica improduttiva sono cose giuste e sacrosante, ma ormai sono diventate un alibi per ritrovarci l’Iva al 22%, dato che è difficile credere che Saccomanni faccia una proposta credibile in 4 giorni quando non l’ha fatta in 5 mesi, proponiamo aumenti di tasse in sostituzione dell’Iva: aggirare sentenza Corte costituzionale su mega pensioni e stipendi pubblici con un aumento una tantum dell’aliquota Irpef del 43% per chi guadagna più di 90.000 euro, aumento della tassazione delle rendite finanziarie, che con il 20% è tra le più basse d’Europa, aumento aliquota base Imu per chi ha più di 3 case.
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Tags: capacità di spesa, ceto medio, commercio, consumi, evasione, Istat, iva, pressione fiscale, vendite