19 Giugno 2013

Colosseo, slitta ancora la sentenza per il restauro

Colosseo, slitta ancora la sentenza per il restauro

Sul ricorso di una ditta le parti rimettono la discussione al giudiceAL CONSIGLIO DI STATO POTREBBE SERVIRE UN ALTRO MESE E POI C’ È LA CAUSA SULLA SPONSORIZZAZIONE CONTESTATA IL CASO «La sentenza definitiva potrebbe arrivare in un mese, anche se non si può sapere». Così parlò l’ avvocato. Ieri, all’ uscita della sesta sezione del Consiglio di Stato. Tradotto: ancora uno slittamento per la sentenza definitiva che libererebbe da beghe giudiziarie i lavori di restauro del Colosseo griffati Diego Della Valle. E il restyling dell’ Anfiteatro Flavio rischia di diventare un mistero buffo. Dario Fo scuserà la citazione, ma le sorti dell’ operazione di salvataggio del monumento di Vespasiano sembrano ancora di più appese al filo dei tempi della giustizia. C’ era molta attesa ieri per la sentenza del Consiglio di Stato sul ricorso presentato dalla società Lucci, la seconda arrivata nella graduatoria dell’ aggiudicazione della gara d’ appalto per i primi interventi di pulizia e riqualificazione del monumento vinta dalla società Gherardi. IL RINVIO Ma quella che doveva essere l’ ultima udienza, si è invece rivelata una «carta» per rimandare direttamente la causa in decisione ai giudici. Nello specifico, gli avvocati delle parti in causa (i legali della società Lucci, Diego Vaiano, della società Gherardi, Angelo Clarizia, e dell’ Avvocatura di Stato, Chiarina Ajello) hanno deciso concordemente di rimettere la discussione al giudice nel merito ai documenti e agli atti già depositati. Per i legali si è «consumata» così l’ ultima udienza e ora bisogna attendere il giudice. Solo che «Il tempo medio di pubblicazione delle sentenze è di circa un mese». Insomma, spetta al Consiglio di Stato decidere, ma «forse entro un mese» si riuscirà a sapere il nome della ditta che potrà mettere in campo la prima tranche del restauro del Colosseo, aggiudicandosi definitivamente l’ appalto da 8 milioni di euro (6,5 col ribasso d’ asta). Questo significa che, calendario alla mano, il nome della ditta potrebbe essere ufficiale alla fine di luglio. Qualche settimana dopo la data di avvio dei lavori annunciati ufficialmente dalla direttrice del Colosseo Rossella Rea il 2 giugno scorso sulle pagine de Il Messaggero. Ma il condizionale è doveroso. Perché entro il mese di giugno è attesa l’ altra sentenza che pesa sul futuro del monumento, e che giace nelle stanze del tribunale di piazza Capo di Ferro da oltre due mesi: quello presentato dal Codacons contro la sponsorizzazione del restauro da 25 milioni di euro del gruppo Tod’ s. I TEMPI DELLA GIUSTIZIA I tempi dei giudici potrebbero far slittare il restauro alla fine del mese prossimo, a patto che per quella data sia già arrivato l’ esito del ricorso dell’ associazione dei consumatori. Lo scenario che si schiude a questo punto non è da sottovalutare perché finora, nonostante il parere del Tar, la Soprintendenza archeologica ha atteso le decisioni definitive del Consiglio di Stato. Eppure, a fronte di tutto questo valzer di cause e ricorsi, c’ è una macchina organizzativa istituzionale pronta a partire col restauro del Colosseo. Progetto esecutivo definitivo, firma del contratto con la Gherardi. In queste ore dalla Soprintendenza non azzardano dichiarazioni sull’ esito della decisione di ieri. Quello che filtra è uno stato di attesa per entrambe le pronunce del tribunale. A quel punto si coordinerà una linea di comunicazione col Ministero per i Beni culturali, cui spetta ormai l’ unica chiara presa di posizione. Eppure, un fremito di ottimismo ancora aleggia nelle stanze di Palazzo Massimo: già rigettato dal Tar, il ricorso aveva visto i giudici del Palazzo Spada respingere la richiesta di sospensiva presentata lo scorso marzo dal legale della Lucci. A questo punto, quello che ci si aspetta, come gli esperti in materia di appalti pubblici chiamano, è del sano «buonsenso». Laura Larcan © RIPRODUZIONE RISERVATA.

 

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