1 Agosto 2013

Colosseo, sì al restauro della Tod’ s ma pende un ricorso sui lavori

Colosseo, sì al restauro della Tod’ s ma pende un ricorso sui lavori

ROMA – Il 31 luglio è sempre una giornata particolare per il Colosseo: ieri il Consiglio di Stato ha dato il via libera al restauro, da 25 milioni di euro, sponsorizzato dal gruppo Tod’ s di Della Valle. Lo scorso anno, nello stesso giorno, l’ ex ministro dei beni Culturali Lorenzo Ornaghi annunciava l’ inizio dei lavori (che non partirono), perché contemporaneamente il Codacons presentava al Consiglio di Stato appello al ricorso già rigettato dal Tar, contro la sponsorizzazione. Il sindaco di Roma, Ignazio Marino, «twitta»: «È una buona notizia alla vigila della notte dei Fori». Particolarmente soddisfatta è la soprintendenza speciale ai Beni archeologici di Roma che da anni sottolinea l’ urgenza di interventi restaurativi sull’ Anfiteatro Flavio. «Siamo contenti, i cantieri possono partire – spiega la soprintendente Mariarosaria Barbera -: si comincia con il restauro delle prime dieci arcate e delle cancellate. Poi andremo avanti». Ma se da una parte il Consiglio di Stato ha respinto il ricorso del Codacons – secondo cui il contributo di Della Valle è troppo basso e i diritti di sfruttamento (20 anni) troppo lunghi – giudicandolo illegittimo (confermando di fatto la posizione del Tar), ha invece rimandato al giudizio dell’ assemblea plenaria dell’ organo amministrativo il secondo ricorso che pende sui lavori al Colosseo. Quello della ditta Lucci (seconda aggiudicataria) nei confronti della ditta Gherardi, vincitrice dell’ appalto, dovrà essere valutato da tutti i giudici, che normalmente si riuniscono solo per controversie molto complesse. «La sentenza del giudice amministrativo – commenta Giovanni Puglisi, presidente della commissione nazionale italiana Unesco – mette a punto una visione retrograda. Il Consiglio di Stato responsabilizza sia i privati che il pubblico. Non dice che regaliamo il Colosseo a Della Valle, bensì che De Valle può intervenire in un’ operazione di recupero culturale. Inoltre così si incoraggiano gli investitori stranieri». E nonostante i giudici abbiano stabilito che il Codacons non aveva titoli per presentare ricorsi, l’ associazione guidata Carlo Rienzi non demorde e ricorda «l’ esposto presentato alla Procura di Roma» annunciando che chiederà a Tod’ s un risarcimento da 20 milioni per la cittadinanza. L’ iter dei lavori sta partendo: la ditta Gherardi si prepara alla cantierizzazione delle prime dieci arcate, appalto da 8 milioni di euro aggiudicato con un ribasso da 6,5. La richiesta di stop ai cantieri (avanzata dalla ditta Lucci) è stata rigettata dai giudici per «prevalenza di interessi pubblici inerenti, per quanto possibile, alla celere realizzazione delle opere». Maria Rosaria Spadaccino RIPRODUZIONE RISERVATA.

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