Colosseo, restauro senza pace ora l´Antitrust boccia l´appalto
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fonte:
- la Repubblica
l´authority: un errore la trattativa privata con della valle alemanno: "sono sconcertato". la tod´s: nessuno sfruttamento commerciale
ROMA – Non c´è pace per il contestato affidamento dei lavori di restauro del Colosseo alla Tod´s di Diego Della Valle. Secondo l´Antitrust, la trattativa privata che l´anno scorso incoronò sponsor unico la griffe marchigiana «appare come una indebita restrizione del confronto concorrenziale che avrebbe potenzialmente potuto portare a un´offerta più vantaggiosa». Il parere, al quale il ministero dei Beni Culturali dovrà rispondere entro due mesi, è stato trasmesso all´Autorità di vigilanza sui contratti pubblici. Ma per il 25 gennaio è atteso anche il verdetto del Tar che potrebbe rimettere tutto in discussione. E rinfocolare le polemiche esplose subito ieri: con il sindaco Alemanno a dirsi «sconcertato per l´ostinazione con cui si vuole impedire il restauro. Bisogna farla finita coi ricorsi e le capziosità giuridiche, sono solo una perdita di tempo», il pd Matteo Orfini a sottolineare come «siano state confermate le nostre perplessità sull´uso forzato di una procedura d´urgenza», l´ex ministro Rutelli a tuonare contro la «sorprendente improvvisazione» sfociata in «un pasticcio tecnico-amministrativo del Mibac e del Comune di Roma». Bagarre che in serata ha costretto lo stesso Garante a correggere il tiro e a parlare di semplici «riflessioni». Tuttavia piuttosto pesanti. Sollecitata dal Codacons, l´Antitrust ha infatti riscontrato una «totale difformità» tra l´avviso pubblico emesso nel 2010 per cercare gli sponsor che avrebbero dovuto «finanziare e realizzare» il restauro e il successivo accordo stipulato con Tod´s: il noto marchio del lusso avrebbe sborsato 25 milioni in cambio dello sfruttamento dell´immagine del Colosseo. Accordo concluso a trattativa privata su decisione dell´allora commissario all´area archeologica di Roma Roberto Cecchi (ora sottosegretario al Mibac) dopo che la gara aperta andò di fatto deserta. Il problema, a giudizio dell´Autorità, è che l´avviso pubblico imponeva allo sponsor non solo di finanziare ma pure di completare la progettazione e assumere la direzione dei lavori, coordinare l´appalto a terzi o la sua esecuzione diretta. Offrendo inoltre la possibilità di utilizzare il logo del celebre anfiteatro non oltre la durata del cantiere, stabilito in 36 mesi, e non per 5 anni come da intesa con Tod´s. Tra l´altro, rileva l´Antitrust, una volta ricevuta la proposta di Della Valle, l´amministrazione appaltante «ha assegnato agli altri soggetti interessati un termine inferiore a 48 ore per la presentazione delle offerte». Scadenza «inadeguata a consentire l´esperimento di una effettiva competizione tra i soggetti convocati». Ma Tod´s contesta la lettura maliziosa che ne potrebbe derivare. «Il supposto sfruttamento commerciale è un fatto che non esiste ed assolutamente contrario allo spirito dell´iniziativa», precisa in una nota, ribadendo la «chiarezza e correttezza» dei rapporti. Non solo al «gruppo non è stato rivolto alcun rilievo», ma è stata già depositata «una fideiussione di oltre 10 milioni a garanzia del pagamento della prima tranche dei lavori di restauro». In soccorso, anche il sottosegretario Cecchi: «È stato fatto tutto secondo le regole: prima di muoverci abbiamo chiesto un parere all´ufficio legislativo e alla Corte dei Conti. Non vorrei che dietro questo polverone ci siano altri interessi». Replica duro la Uil Beni Culturali: «Fin dall´inizio avevamo denunciato il regalo ad un imprenditore che ha fatto molto bene il suo mestiere con un´operazione commerciale e mediatica senza precedenti. A venir meno è stato lo Stato, che ha rinunciato al ruolo di imparzialità e trasparenza». Laconico l´ex sottosegretario pdl Francesco Giro: «Il restauro del Colosseo non si farà più, ha vinto il partito del no».
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