10 Gennaio 2012

Colosseo, incognita-ricorsi «Ma il restauro va avanti»   

Colosseo, incognita-ricorsi «Ma il restauro va avanti» 
  la polemica alemanno e giro contro i rilievi dell’ antitrust sull’ affidamento a diego della valle.
 

 
Il Codacons contesta, l’ Antitrust critica, il Tar si pronuncerà. E intorno al restauro annunciato del Colosseo si aspetta la sentenza del Tribunale amministrativo del 25 gennaio, mentre sono quasi ultimate le gare per gli appalti per i primi due lotti di lavori. Entro marzo dovrebbero essere montati i primi ponteggi, nello stesso mese dovrebbe partire l’ ultima gara. Il sindaco è deluso dal pronunciamento dell’ Antitrust, anche se l’ operazione è stata condotta dal ministero dei Beni culturali e non dal Comune, essendo l’ Anfiteatro Flavio un bene di pertinenza statale: «Chi oggi si avvale di tutti i possibili cavilli giuridici e procedimentali per rinviare questo restauro si assume una gravissima responsabilità rispetto alla conservazione di questo eccezionale bene monumentale e crea un oggettivo danno alla città di Roma. Mi appello al senso di responsabilità e all’ attenzione al bene comune da parte di tutti per giungere il più presto possibile all’ apertura dei cantieri per il restauro del Colosseo in un clima di assoluta trasparenza e correttezza dell’ azione amministrativa. Sarebbe un peccato perdere i 25 milioni messi a disposizione da un gruppo privato». Anche Diego Della Valle è amareggiato: «Il comportamento tenuto dal commissario delegato e dalle autorità che hanno partecipato alla definizione dell’ accordo è stato, nei confronti del gruppo Tod’ s, di assoluta chiarezza e correttezza». E insiste: «Lo sfruttamento commerciale della sponsorizzazione per il restauro del Colosseo? Non esiste e sarebbe assolutamente contrario, per quanto ci riguarda allo spirito dell’ iniziativa». Francesco Giro, ex sottosegretario al Mibac, non si fa molte illusioni: «Siamo in Italia, fra ricorsi e appelli rischiamo di perdere tempo prezioso e fondi che lo Stato non si può permettere di pagare. È una follia, nessun altro gruppo si era offerto di pagare tanto, a quelle condizioni». Ma le polemiche montano: «Se confermate le notizie sulla gara del Colosseo, si tratterebbe di una sorprendente improvvisazione – dichiara il leader di Alleanza per l’ Italia, Francesco Rutelli – Si dimostrerebbe un pasticcio tecnico-amministrativo da parte dei Beni Culturali e del Comune di Roma». Risponde Dino Gasperini, assessore alla Cultura del Comune: «Non c’ è nessuna intesa fra Roma Capitale e Tod’ s, dato che il Colosseo non rientra fra i beni gestiti dall’ Amministrazione capitolina. Che un ex sindaco di Roma ed ex ministro ai Beni Culturali non abbia contezza di quali beni ha amministrato durante i sui mandati, la dice lunga sul perché oggi stiamo con i tempi stretti e perché il Colosseo abbia tutti questi problemi».  RIPRODUZIONE RISERVATA.

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