25 Giugno 2013

Colosseo e aree archeologiche, venerdì nuova chiusura

Colosseo e aree archeologiche, venerdì nuova chiusura

DAL Colosseo alla Biblioteca nazionale. La protesta dei dipendenti dei Beni culturali, ieri mattina, ha coinvolto i lavoratori di biblioteche e archivi statali, che si sono riuniti in assemblea nello spazio di Castro Pretorio, rimasto comunque aperto al pubblico, pur con qualche riduzione dei servizi. Qualche disagio in più alla biblioteca di Storia moderna e contemporanea, dove distribuzione e prestito si sono bloccati fino alle 13. Ma venerdì, per una nuovamobilitazione sindacale unitaria, a rischiare la chiusura – come già accaduto due volte al Colosseo – saranno musei e aree archeologiche statali. «Ci scusiamo per i disagi eventuali – dicono i sindacati – ma se non vogliamo rischiare che i musei da luglio chiudano nei festivi per mancanza di organico, dobbiamo farci sentire ora». Annunciando di aver convocato i sindacati, il ministro ai Beni culturali, Massimo Bray, ha auspicato «la sospensione delle proteste che prevedono la chiusura del Colosseo e di altri siti culturali, per non arrecare ulteriori disagi ai visitatori e all’ immagine del Paese». Mentre il Codacons ha chiesto al sindaco, Ignazio Marino, che «in caso di proteste, i visitatori siano fatti entrare gratisal Colosseo», se necessario «facendo intervenire la polizia municipale a regolare gli accessi». Intanto, in occasione della mobilitazione di ieri indetta da Fp Cgil, Cisl Fp, Uil Pa, MiBac Flp e Confsal-Unsa, i sindacati hanno fornito le cifre del calo di personale e delle spese di gestione dal 2004 al 2011 nelle 9 biblioteche romane dipendenti dal Mibac. «Dal 2004 a oggi alla Biblioteca nazionale i dipendenti si sono ridotti di un terzo (passando da 315 ai 216 del 2012) e ormai riusciamo a aprire regolarmente, senza ridurre l’ orario, solo grazie a una ventina di volontari» ha spiegato Carlo Tempestini, rsu Cgil dello spazio di Castro Pretorio. Ma anche alla Biblioteca Alessandrina, ad esempio, i dipendenti sono passati dagli 87 del 2004 ai 47 del 2011. «Grave», per i sindacati, anche il calo delle spese di gestione, passate complessivamente per le 9 sedi romane, dai 10milioni e 875mila euro del 2004 ai 6milioni e mezzo circa del 2011. Se alla Biblioteca nazionale centrale si è scesi dai 5 milioni del 2004 ai 2,6 milioni circa del 2011, in quella dell’ Istituto di Archeologia e Storia dell’ arte i è passati dai 2 milioni del 2004 ai 718mila euro del 2011. «Tutto ciò si traduce in minori investimenti – sottolinea Tempestini – Alla Biblioteca nazionale non abbiamo nemmeno il wi-fi, perché non ci sono i soldi per adattare nostro il sistema informatico e poter usare quello gratuito della Provincia». Data la situazione, Tempestini lancia un appello anche al sindaco: «A Castro Pretorio paghiamo 250mila euro l’ anno di tassa sui rifiuti, ci vorrebbe una rimodulazione».© RIPRODUZIONE RISERVATA.
sara grattoggi

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