19 Settembre 2015

COLOSSEO CHIUSO, CODACONS: SE MONUMENTI SONO SERVIZIO PUBBLICO, NON POSSONO ESSERE CEDUTI A PRIVATI

COLOSSEO CHIUSO, CODACONS: SE MONUMENTI SONO SERVIZIO PUBBLICO, NON POSSONO ESSERE CEDUTI A PRIVATI

MINISTRO
FRANCESCHINI DEVE INTERVENIRE SU POMPEI E METTERE IN SICUREZZA I SITI
ARCHEOLOGICI FATISCENTI, REVOCANDO USO MARCHIO COLOSSEO A TOD’S

Se monumenti e siti archeologici sono da considerare servizi pubblici e beni essenziali per la collettività, è di tutta evidenza che gli stessi non possono essere ceduti ai privati. Lo afferma il Codacons, tornando sul caso della chiusura del Colosseo per una assemblea indetta dai lavoratori.
“Siamo tutti concordi sul fatto che monumenti e aree di interesse culturale ed archeologico debbano essere a tutti gli effetti considerati servizi pubblici al pari, ad esempio, degli ospedali – spiega il Presidente Carlo Rienzi – Proprio per questo, però, tali beni non possono in nessun caso essere ceduti a privati. Il Ministro Franceschini deve ora adoperarsi per trasformare in realtà il concetto di monumento come servizio pubblico, impedendo chiusure ad opera dei lavoratori, tutelando i siti storici e mettendo in sicurezza le aree archeologiche che, come Pompei, versano in condizioni di fatiscenza e cadono letteralmente a pezzi”.
Il Ministro, se ritiene il Colosseo un servizio pubblico, deve inoltre procedere a revocare l’uso esclusivo del marchio Colosseo concesso a Tod’s per un periodo di circa 20 anni in relazione ai lavori di restauro finanzianti da Della Valle – conclude il Codacons.

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