Il Colosseo continua a perdere frammenti, stavolta a causa del maltempo dei giorni scorsi. E anche ieri l’Anfiteatro Flavio, assieme al Foro romano, è rimasto chiuso per il quarto giorno di seguito. A dare la notizia dei distacchi è stata la stessa Soprintendenza speciale dei beni archeologici di Roma e Ostia Antica. “Gelo e disgelo hanno causato la caduta di piccoli frammenti di materiale dalla sommità delle murature”, ha recitato una nota della Soprintendenza. “È per questo in corso una verifica lungo gli ambulacri scoperti degli ordini I e II. I controlli procedono da ieri (domenica per chi legge, ndr) con un maggior numero di uomini e mezzi ad affiancare la squadra di manutenzione che ha immediatamente rimosso gran parte della neve caduta sul Colosseo tra venerdì e sabato. La Soprintendenza fa sapere che ulteriori gelate potrebbero comportare l’interdizione al pubblico di alcuni settori ma si lavora per riaprire al pubblico giovedì 16 febbraio”.
Nelle ultime settimane sono stati diversi i distacchi di materiale. A Natale c’era stato un piccolo giallo per una porzione di tufo che, secondo la direzione del Colosseo, sarebbe caduta in terra a causa del battito d’ali di un piccione. Due giorni dopo però è scattato nuovamente l’allarme nella zona che affaccia sull’Arco di Costantino per briciole a terra: in questo caso la direttrice del monumento, Rossella Rea, ha detto che non c’era nulla di nuovo. Lo scorso 14 gennaio è stata la volta di un mattoncino caduto al suolo davanti ad un vigile urbano.
Tutto questo mentre prosegue la difficile vicenda che ruota attorno la sponsorizzazione da 25 milioni di euro della Tod’s di Diego Della Valle. Lo scorso giovedì il Tar del Lazio, presso cui il Codacons ha proposto ricorso sulla legittimità dell’operazione, ha intimato al ministero dei Beni Culturali e all’Antitrust di depositare entro 30 giorni la documentazione relativa all’affidamento. L’autorità per gli appalti ha già giudicato regolare l’affidamento.

Sezioni:
• Rassegna Stampa

Aree Tematiche:
• VARIE

Tags: colosseo, diego della valle, restauro, Tar del Lazio