Codacons Veneto su soluzione di Intesa del crack BPVi e Veneto Banca
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fonte:
- VicenzaPiù
Ieri dopo l’annuncio che la soluzione parziale delle conseguenze future, e non di certo di quelle già concretizzatesi, del disastro delle due banche venete è stata avviata da Intesa Sanpaolo abbiamo registrato le reazioni, generalmente positive di quasi tutti gli interlocutori segnalando l’assenza di un primo commento da parte della massa dei risparmiatori/soci e, quindi, chiedendo implicitamente alle Associazioni di prendere posizione. Arriva stamattina quella di ANLAVeneto a firma di Lando Arbizzani, CodaconsVeneto con Franco Conte e SeniorVeneto di Vincenzo Gigli che vi proponiamo in attesa di conoscere altri dettagli sull’operazione e le determinazioni delle due banche oltre che quella, prioritaria, del governo.
Le prospettive di salvataggio delle due Popolari venete, Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca, a partire da quella di Intesa S. Paolo, che ad oggi appare l’unica concreta, trascurano, per lo meno dalle informazioni che se ne hanno tramite la stampa, la garanzia di risarcire i risparmiatori.
Di qui l’iniziativa di rilanciare la prospettiva di un Sindacato dei Risparmiatori con un appello inviato tramite i quotidiani del Veneto anche al presidente del Consiglio Paolo Gentiloni, al Ministro MEF Pier Carlo Padoan, al sottosegretario MEF con delega Pierpaolo Baretta, al presidente Banca Popolare di Vicenza S.p.A. Gianni Mion, al presidente Veneto Banca S.p.A. Massimo Lanza, al presidente Giunta Regione Veneto Luca Zaia, al sindaco di Vicenza Achille Variati, al sindaco di Treviso Giovanni Manildo, alle associazione imprenditoriali del Veneto, al patriarca di Venezia mons. Francesco Moraglia e ai Vescovi del Veneto
Garantire le risorse per risarcire i risparmiatori che hanno acquistato quote di cooperative popolari. Non tradire per la seconda volta i veneti
Sarebbe una beffa che nei meandri di parole: bail-in, risoluzione, misselling, bad bank, good bank,,. scomparissero le risorse per risarcire i risparmiatori, una beffa inaccettabile ora che le prime sentenze ed arbitrati ne riconoscono le ragioni.
Il recupero della fiducia tradita con il giusto risarcimento del danno subito e la celebrazione tempestiva dei processi per punire i colpevoli sono le condizioni per il futuro delle due banche e per posti di lavoro solidi.
L’art. 47 della Costituzione “La Repubblica promuove e tutela il risparmio…” è legato profondamente con l’art. 1° “L’Italia è una Repubblica fondata sul lavoro”; il risparmio infatti è il frutto del lavoro, impregnato di fatica, sudore e sacrifici.
Intesa Sanpaolo presenta un’offerta che esclude cinicamente dal perimetro dell’eventuale acquisizione “i crediti deteriorati, quelli in bonis ad alto rischio, le obbligazioni subordinate, nonché partecipazioni e rapporti giuridici considerati non funzionali” e “la sterilizzazione di rischi, obblighi e impegni comunque avanzati…”
In questo contesto sappiamo che il Governo continua a garantire le risorse per evitare la “macelleria sociale” dei dipendenti in esubero delle due banche.
Resta fuori campo l’impegno costituzionale, e non di cortesia, a tutelare i risparmiatori traditi dal metodo Zonin – Consoli che piazzava azioni a prezzi marziani, ne ostacolava la vendita ed emetteva proclami di successi che in pochi mesi hanno lasciato un buco horribilis. La Banca d’Italia, CONSOB e Società di Revisione non se ne sono accorti; cosa pretendere da gente che ha il solo peccato di aver dato fiducia?
Dalla Classe dirigente del Veneto ci aspettiamo comportamenti efficaci, che in italiano vuol dire capaci di risultato e non ciacole.
Come si fa a parlare di autonomia Veneta, indipendenza, quando non siamo capaci di difendere due istituti così innervati nella storia del Veneto e protagonisti del successo economico?
Si agita l’insicurezza contro gli immigrati mentre sono ancora a piede libero i responsabili di questa Vajont del risparmio veneto.
Le associazioni degli imprenditori che hanno prestato alle due banche i loro vertici diventandone garanti (e certamente responsabili sul piano morale) non possono compiacersi dell’assalto alle autostrade spagnole o all’ILVA lasciando alla deriva “la banca del territorio”.
Gianni Zonin – Vincenzo Consoli, con i loro compari, possono sperare nei tempi lunghi della giustizia, ma per quella parte di classe dirigente del Veneto che tradisse per la seconda volta i risparmiatori non c’è condono, amnistia e oblio; perseguiremo le responsabilità in tutte le sedi: dai tribunali alla cabina elettorale.
ANLAVeneto Lando Arbizzani, CodaconsVeneto Franco Conte, SeniorVeneto Vincenzo Gigli
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