7 Ottobre 2010

Codacons, pronti i kit per accertare la paternità

L’associazione, con lo sportello attivato in via Gorghi, offre consulenze e pareri legali a quanti vogliono far luce sui loro rapporti familiari. Acquistati in Austria, servono per raccogliere campioni di dna da inviare a un laboratorio.

Sono arrivati al Codacons di Udine (il Coordinamento delle associazioni per la difesa dell’ ambiente e dei diritti degli utenti e dei consumatori a Udine ha sede in via Gorghi 11) i kit per l’ accertamento della paternità.
Si tratta di dispositivi che servono per raccogliere campioni di materiale organico (per esempio saliva, ma anche capelli o altro) da cui estrarre il dna.
Successivamente, come spiega il presidente del Codacons di Udine Nicola D’ Andrea, il tutto verrà inviato a un laboratorio di analisi per il "responso" finale sulla compatibilità tra un genitore e un figlio.
L’ associazione ha deciso di offrire anche questo servizio dopo aver analizzato alcuni studi esteri dai quali emerge che «un bambino su dieci è figlio di un padre biologico diverso da quello ufficiale».
Partendo da questo presupposto, sostengono al Codacons , «circa 10 mila friulani (su un milione, tolti gli anziani) potrebbero essere figli di un altro padre».
Secondo i dati raccolti dal laboratorio di Milano "Paternità.eu Italia", precisa ancora al Codacons , i risultati dei test di paternità effettuati nel 2008 nel Nordest evidenziano che il 15% dei bambini nati all’ interno del matrimonio non sono figli del papà ufficiale.
Il Codacons ha aperto un vero e proprio sportello dedicato agli accertamenti sulla paternità per offrire consulenze e pareri legali.
«Non serve il consenso del genitore o del figlio per eseguire l’ esame – spiega il presidente regionale Vitto Claut -, basta che uno dei due lo richieda informalmente, poi si può eventualmente fare ricorso per disconoscere la paternità nel caso l’ esito confermasse l’ incompatibilità genetica».
In Italia, però, non è ancora così comune eseguire il test, «tant’ è che in farmacia non si trovano i kit "fai da te" che invece sono facilmente reperibili nella vicina Austria, dove anche noi li abbiamo acquistati» spiega Claut, aggiungendo che il test di paternità effettuato mediante il kit di prelievo «ha esclusivamente un valore informativo».
«Il risultato ottenuto non ha valenza giuridica – precisa il Codacons – e quindi non potrà essere prodotto come prova in sede di giudiziale, non essendo stata accertata l’ identità dei soggetti da cui provengono i campioni biologici (peli, sangue, saliva, o anche solo una sigaretta usata) ed acquisite le necessarie autorizzazioni».
Intanto, però, con un semplice esame il padre potrà sapere se quel figlio è veramente "suo" e viceversa, così come anche le madri nel caso avessero qualche sospetto sul genitore biologico della prole.
L’ avvocato Claut ha già trattato alcuni casi in prima persona: «Di solito i dubbi cominciano ad affiorare nelle fasi di separazione e di divorzio – riferisce –, quando piccole frasi fanno nascere importanti punti di domanda.
Per esempio una mamma si lascia sfuggire "quello non è neanche figlio tuo"…o un padre dice "non sembri proprio figlio mio".
Poi, non tutte le persone vogliono saperne di più…».
Chi fosse interessato ad avere informazioni più approfondite può teelfonare allo 0432 534813.

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