4 Luglio 2006

Codacons porta Trenitalia in tribunale

Chiesti alla società che gestisce il trasporto su rotaia 250 euro di danni per ogni ricorrente e il rimborso spese

Codacons porta Trenitalia in tribunale

L`avvocato Vitto Claut: il servizio offerto dalla società non rispetta gli obblighi previsti dal contratto di trasporto Il 29 giugno centinaia di viaggiatori stipati su quattro vagoni nel tratto Mestre-Pordenone-Udine

Codacons contro Trenitalia. Il presidente regionale dell`associazione dei consumatori presenta, stamattina, l`atto di citazione con cui invita i legali della Spa a presentarsi, il 23 ottobre, davanti al giudice di pace di Udine: devono rispondere di “inadempienza degli obblighi previsti dal contratto di trasporto“. A rimettere in discussione il servizio offerto da Trenitalia è l`avvocato Vitto Claut presidente, appunto, del Codacons del Friuli Venezia Giulia, e un cittadino di Enemonzo, il 47enne Levis Stefani. I due chiedono a Trenitalia danni per 250 euro ciascuno, più il rimborso delle spese. Oggetto del contendere “il servizio della spa, in contrasto con la Carta dei Servizi, che prevede fra le priorità la garanzia della regolarità del servizio e quella del comfort“. A ispirare l`atto di citazione è “il viaggio apocalittico del 29 giugno scorso, sulla tratta Mestre-Udine“. Su quel treno, tra molti altri, ci sono anche Claut e Stefani: “Ci trovavamo a Mestre in attesa del treno che ci avrebbe riportati alle rispettive destinazioni, e precisamente a Pordenone e a Udine. La partenza era prevista per le 17.08, ma a un certo punto, dall`altoparlante, comunicano che il treno è soppresso per un non meglio precisato guasto tecnico. Non resta altro da fare che ripiegare, come suggerito dalla stessa Trenitalia, sul treno successivo in partenza alle 17.30 sempre diretto a Udine e facente fermata intermedia a Pordenone, ma al suo arrivo ci appare subito evidente che quel treno non sarebbe stato in grado di ospitare tutti i passeggeri in attesa: c`erano solo quattro carrozze, locomotore compreso, e non era predisposto per il servizio di prima classe (nonostante in molti avessero acquistato quel biglietto). Il viaggio – spiegano nell`atto di citazione Claut e Stefani – si è trasformato in un`Odissea, con i passeggeri costretti a viaggiare, stipati in piedi in tutti gli spazi disponibili, in condizioni proibitive. Disagio reso ancor più grave dalla calura della giornata (alle 17 quasi 30 gradi) e dal mancato funzionamento dell`aria condizionata fino all`arrivo a Treviso. A quel punto un dipendente di Trenitalia è intervenuto con una apposita chiave per aprire i finestrini, solitamente bloccati su quel tipo di treno“. Quel treno è arrivato a Pordenone e a Udine con 40 minuti di ritardo, con a bordo molti passeggeri stremati. Tra questi, lo stesso Levis Stefani che era stato appena dimesso dall`Ospedale Umberto I di Mestre dopo un ricovero di 5 giorni per un intervento chirurgico“. “Quest`atto di citazione – spiega Claut – va oltre il mero risarcimento, che purtuttavia si ritiene dovuto, ma vuole assumere la funzione di denuncia e deterrente affinchè tali disservizi non si ripetano. Trenitalia non può disattendere in modo tanto grave al contratto con i passeggeri; deve essere in grado di offrire un servizio alternativo di trasporto o di adottare specifiche misure per evitare i gravi disagi“.

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