6 Febbraio 2009

Codacons: il calmiere di Cozzolino? Una sceneggiata

Alimentari e medicine, prezzi sempre più su Famiglie sfiduciate In un anno più 5,4% per cibi e bevande De Nicolais (Codacons): «I napoletani non spendono perché non sanno se il mese prossimo la stessa somma rientrerà»

 NAPOLI  Acquisti? Neanche per idea. Signori: ci si muove in un periodo di recessione. E non tragga in inganno se qualche prezzo aumenta – pochi decimi di punto, sia chiaro. Perché mettendo in relazione il tasso tendenziale annuo nazionale dell’inflazione con quello di Napoli, quest’ultimo viaggia al di sotto del primo dal mese di settembre. Insomma, non si compra più: lo scostamento maggiore si registra a dicembre dello scorso anno: 2 punti a Napoli, 2,5 il dato Italia.  «E come si potrebbe », si chiede Edoardo De Nicolais, membro del comitato nazionale del Codacons. «I nostri concittadini non spendono perché non sanno se il mese prossimo la somma spesa rientrerà. Le famiglie sono sfiduciate ». L’anticipazione dei prezzi al consumo diramata ieri dal Comune (in attesa di ufficializzazione Istat) raccontano di una crisi che morde. La variazione dell’indice mensile dei prezzi al consumo è stata pari a 0. Il tasso tendenziale scende a 2,1. Nel dettaglio a gennaio di quest’anno l’incremento maggiore (se così si può dire) rispetto a dicembre 2008 lo si registra per ristorazione e alberghi (0,6%), mentre sono gli alimentari che a gennaio (0,1%), rispetto allo stesso mese del 2008, contano l’aumento maggiore: 5,4%. In aumento cereali e farine (0,9), biscotti (0,6), alimenti dietetici (0,6), altri cereali e piatti pronti (0,2), salumi e insaccati (0,3), pesce fresco (0,6), pesci surgelato(0,2), crostacei e molluschi (1,1), formaggi (0,1), olii di semi (0,6), frutta fresca (0,6), vegetali surgelati (0,2), vegetali secchi e conservati (0,5), caffé e surrogati (0,3), acque minerali( 0,2). In diminuzione ortaggi e legumi freschi(-0,6). Aumentano i prezzi dei medicinali (0,1%) e gli articoli igienico- sanitari (0,7). Quattro i comparti che il mese scorso hanno registrato un decremento: trasporti (0,6%, il più alto del paniere compreso), comunicazioni (-0,5), spettacoli e cultura (-0,1), acqua ed elettricità (-0,5). «Sono indicazioni che devono far riflettere — ammonisce De Nicolais —. E’ il momento di correre ai ripari. Perché fra posti di lavoro che saltano, precari che aumentano, la gente non può più far fronte ai bisogni primari. Credo che la classe politica debba smettere di trastullarsi e intervenire ». Eppure l’assessore regionale alle Attività produttive Andrea Cozzolino ci aveva provato mesi fa a varare un decalogo per calmierare i prezzi. è rimasto lettera morta? «Magari », conclude De Nicolais. «Quella di Cozzolino è stata una sceneggiata politica, offensivamente demagogica. Come i fatti hanno testimoniato ».

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