Codacons deposita la sentenza al Consiglio di Stato
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fonte:
- Il Quotidiano del Sud
BARI – L’associazione Codacons ha depositato ieri al Consiglio di Stato il dispositivo della sentenza di condanna della Corte di Assise di Taranto per gli imputati accusati di disastro ambientale,a conclusione del processo sulla gestione dell’ex Ilva di Taranto da parte della famiglia Riva.A darne notizia è il Codacons in una nota. Al Consiglio di Stato è pendente la decisione sull’area a caldo dello stabilimento, dopo che ArcelorMittal ha fatto ricorso contro il Tar di Lecce che, con sentenza del 13 febbraio 2021, ha riconosciuto la legittimità dell’ordinanza firmata dal sindaco di Taranto, Rinaldo Melucci, il 27 febbraio 2020, per lo spegnimento dell’area a caldo. La pronuncia del Consiglio di Stato è attesa a giorni. «Il Codacons ha inviato la decisione della Corte d’Assise di Taranto anche al Capo dello Stato, Sergio Mattarella,ea tutti i parlamentari della Repubblica, affinché prendano visione delle decisioni della giustizia e si adoperino per salvare i cittadini di Taranto», si legge nella nota. L’associazione nell’ambito del processo celebrato in Corte d’AssiseAssise, scaturito dall’inchiesta “Ambiente svenduto”, ha ottenuto provvisionali per 321mila euro: la somma è stata riconosciuta dai giudici in favore dell’associazione e dei cittadini di Taranto assistiti dal Codacons. L’associazioneassociazione, inoltre, è costituita in giudizio dinanzi al Consiglio di Stato. Intanto Acciaierie d’ItaliaItalia, la newco costituita da Invitalia e Arcelor Mittal, dopo le indiscrezioni di stampa relative all’approvazione del bilancio 2020 ha fatto sapere che «l’approvazione del bilancio 2020 da parte del consiglio di amministrazione è in attesa della sentenza del Consiglio di Stato, che si esprimerà sull’appello proposto contro l’ordinanza del sindaco di Taranto di febbraio 2020», che impone lo spegnimento dell’aria a caldo dell’ex Ilva, come già confermato dal Tar Lecce. Acciaierie d’Italia sottolinea inoltre che «nell’accordo firmato» da ArcelorMittal «con Invitalia il 10 dicembre 2020, è espressamente previsto che l’approvazione del bilancio 2020 non richiede il voto favorevole di Invitalia o dei consiglieri da essa designati”;e che «i dati riportati da alcuni mezzi d’informazione su alcune poste di bilancio 2020, relativi in particolare al debito verso fornitori, sono privi di ogni fondamento». Acciaierie d’Italia ribadisce infine «di avere sempre goduto di una posizione finanziaria netta largamente positiva, anche alla data di scadenza del bilancio 2020».
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