Clochard rubò per fame La Cassazione lo assolve La Coop: “Di solito i furti non sono per necessità”
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fonte:
- la Repubblica
annullata la condanna dei giudici dell’ appello per “l’ imprescindibile esigenza di alimentarsi”
STEFANO ORIGONE NESSUNO sconto ai ladri. Il presidente di Coop Liguria, Francesco Berardini interviene dopo che la Cassazione ha annullato perché “il fatto non costituisce reato” la condanna a un homeless che aveva rubato in un supermercato di Genova un pezzo di formaggio e una confezione di wurstel per un valore di 4 euro e 07 centesimi. «Per noi questa sentenza cambierà poco. Abbiamo sempre distinto i casi di effettivo bisogno da quelli in cui non ricorreva questa circostanza, e se effettivamente uno ha rubato per fame, evitiamo di sporgere una denuncia – spiega Berardini -. Se appuriamo che non si tratta di necessità, allora siamo costretti a procedere nell’ altra direzione ». La Cassazione ha annullato la condanna inflitta dalla Corte di Appello di Genova a un giovane straniero senza fissa dimora. La Suprema Corte afferma che non è punibile chi, spinto dal bisogno, ruba al supermercato piccole quantità di cibo per “far fronte” alla “imprescindibile esigenza di alimentarsi”. «C’ è comunque un’ altra questione su cui bisogna riflettere. Nei supermercati, nei nostri intendo, la grande maggioranza dei furti non vengono commessi da persone che hanno bisogno. Ma, ripeto, già dal momento in cui si verifica il furto, cerchiamo di analizzare tutti gli aspetti perché una denuncia è sempre una denuncia», precisa il presidente Coop Liguria. La vicenda risale al febbraio del 2012. Il pubblico ministero aveva chiesto di “attenuare” il reato, derubricarlo in tentativo di furto spinto dalla necessità e condannare l’ uomo ad una multa di 100 euro. I giudici della Corte di Appello di Genova, però, avevano confermato la pena, già inflitta in primo grado, a sei mesi con la condizionale e un’ ammenda di 160 euro. «La strada della denuncia va seguita perché dobbiamo proteggere la reputazione della nostra cooperativa, nel senso che dobbiamo rendere conto anche all’ agenzia delle entrate. Potrebbe pensare che noi vendiamo in nero… ». A fare ricorso in Cassazione non è stato il clochard, Roman Ostriakov, un ucraino di 30 anni. Lo ha fatto il Procuratore generale della Corte di Appello di Genova, Antonio Lucisano, che chiedeva che l’ imputato fosse condannato non per furto lieve, come stabilito in 1° e 2° grado, ma per tentato furto perché era stato bloccato da una guardia giurata prima di uscire dal supermercato dopo che aveva pagato solo una confezione di grissini. La sentenza degli ermellini – numero 18248 della Quinta sezione penale – non riporta l’ entità della pena inflitta a Roman, che aveva già precedenti di furti di generi alimentari di poco prezzo. Ad avviso dei supremi giudici quello commesso è un furto consumato e non tentato, “la condizione dell’ imputato e le circostanze in cui è avvenuto dimostrano che si impossessò di quel poco cibo per far fronte ad una “immediata e imprescindibile esigenza di alimentarsi”, agendo quindi “in stato di necessità”. «La Cassazione ha stabilito un principio sacrosanto: un piccolo furto per fame non è equiparabile a un gesto di delinquenza, perché l’ esigenza giustifica il fatto – ha commentato Carlo Rienzi, presidente del Codacons -. Negli ultimi anni di crisi economica è aumentato a dismisura il numero di cittadini, specie anziani, costretti a rubare nei supermercati per riuscire ad arrivare a fine mese. In questi casi il reato è commesso non dal ladro ma dallo Stato che abbandona i più deboli al loro destino portandoli a compiere gesti come i furti di alimenti». ©RIPRODUZIONE RISERVATA
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