CLASS ACTION: PROCURA TORINO, OK CAUSA; TRIBUNALE DECIDERA’
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fonte:
- Ansa
(ANSA) – TORINO, 27 MAG – E’ Rienzi il protagonista di questa
prima azione collettiva: l’avvocato-presidente dell’associazione
dei consumatori ritiene che Intesa Sanpaolo abbia applicato
scorrettamente, nella gestione dei conti correnti della
clientela, delle commissioni che, di fatto, sostituiscono la ex
clausola del massimo scoperto. Al tribunale di Torino, Rienzi
chiede – oltre a un indennizzo complessivo 1.250 euro e
all’eliminazione delle commissioni – che l’istituto di credito,
una volta incardinata la causa, informi tutti i correntisti, in
modo che possano aderire alla class action.
“Combattiamo con le banche – ha detto in aula il presidente
Codacons – da tutta la vita. Inutilmente. Questa azione, adesso,
ci permette di evitare undici milioni di cause individuali, che
sarebbe impossibile portare avanti”. Rienzi ha anche fatto
presente che, a suo parere, gli istituti di credito hanno
aggirato il divieto di applicare il massimo scoperto. Ma di
parere opposto si sono detti gli avvocati di Intesa Sanpaolo, i
quali hanno spiegato che le istanze non sono ammissibili.
Rienzi – è stato detto in aula in base alla documentazione
presente agli atti – è titolare di due conti correnti, l’uno di
tipo “business”, dove confluiscono i proventi della sua
attività professionale, e l’altro “personale” utilizzato
però in modo che in aula è stato definito “promiscuo” dagli
stessi pubblici ministeri. Esiste, quindi, persino il dubbio che
Rienzi – a detta dell’istituto bancario – rivesta la qualità di
“consumatore” in grado di avviare l’azione legale. “Il punto
– ha detto Valerio Tavormina, uno degli avvocati della banca –
é che Rienzi non è stato gravato di un solo centesimo che
possa rivendicare. Non gli è stata applicata nessuna
commissione. La sua domanda, quindi, è manifestamente
infondata”. Quanto alle regole sui conti correnti,
nell’entourage legale di Intesa Sanpaolo si sottolinea che per i
clienti con un fido non è contemplata nessuna commissione,
mentre per chi non ha un fido è prevista una commissione
commisurata all’entità e alla durata dello “sconfinamento”,
che rientra nella disciplina vigente. (ANSA).
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