Cipaf, ecco il programma per i lavori al depuratore
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fonte:
- Messaggero Veneto
Una raccolta di firme per chiedere alla Procura della Corte dei Conti di indagare a fondo sul quel depuratore ritenuto inutile dalla Procura e persino non capace di funzionare. La raccolta è stata avviata da un gruppo di persone, che l’ ex gestore dell’ impianto Cipaf Leandro Taboga, che con il Codacons ha avviato l’ indagine degli inquirenti presentando un esposto ai carabinieri nell’ autunno del 2009, definisce «gente che ama l’ onestà e la responsabilità». All’ appello di Tagoga in solo una settimana ha risposto una sessantina di persone tra cui il candidato de "La Destra", Patrick Bortolotti e il segretario regionale dello stesso movimento politico Ernesto Pezzetta. «La lettera sarà indirizzata al procuratore della Corte dei Conti Zappatori non appena riusciremo a raccogliere 150 firme» chiarisce Taboga, che riferisce anche come «da quando il sequestro è stato messo in atto sul depuratore dalla Procura – le acque del Rio Molino del Cucco siano improvvisamente ritornate limpide». Un’ affermazione questa che tuttavia non trova conferme dagli inquirenti che ora attendono il pronunciamento del perito per capire se la via per il risanamento della situazione indicata dal custode giudiziale sia percorribile. Nell’ inchiesta avviata dalla Procura di Tolmezzo, che può contare sul lavoro del Reparto investigativo del Comando provinciale dei carabinieri guidato da capitano Fabio Pasquariello, attualmente ci sono 12 persone indagate. I sette componenti del Cda del Cipaf, dimessosi nel febbraio del 2010 e guidato dal presidente Vergilio Burello che aveva come vice l’ attuale assessore provinciale Adriano Piuzzi, nonchè gli industriali Pittini Fantoni, l’ ex Presidente della Provicnia Marzio Strassoldo e i due progettisti dell’ opera. di Antonio Simeoli wOSOPPO Il custode giudiziario del depuratore consortile del Cipaf, posto sotto sequestro il 12 aprile scorso per sospetto inquinamento, ha depositato il cronoprogramma per la messa in sicurezza dell’ impianto alla Procura della Repubblica di Tolmezzo. Il dottor Andrea Chiarelli, dopo aver analizzato i dati fornitigli dagli inquirenti, sentiti i vertici del Cipaf e alcuni soci del Consorzio, è stato in grado, nei tempi indicati dal procuratore Giancarlo Buonocore, di indicare cifra da spendere e tempi da impiegare per consentire al depuratore, realizzato con 3,2 milioni di soldi pubblici e oggetto di un’ inchiesta della Procura con 12 indagati per abuso d’ ufficio e reati ambientali, di funzionare adeguatamente. Per i lavori serviranno 400 mila euro secondo il custode. Una cifra di molto inferiore dal milione ipotizzato in un primo momento dagli inquirenti. E tra i cantieri da avviare è prevista anche la segregazione delle acque di raffreddamento degli impianti di Fantoni e Ferriere Nord, vero oggetto del contendere dell’ inchiesta. Secondo la Procura, infatti, l’ inquinamento del Rio Molino del Cucco, quello che esce dal depuratore, sarebbe in pratica "nascosto" dalla presenza delle acque di raffreddamento che diluirebbero le sostanze illecite nel depuratore. Il tutto contro la legge che vieta alle acque "pulite" degli impianti di partecipare alla depurazione. Per chiudere i cantieri, secondo la relazione del dottor Chiarelli, servirebbe un anno e mezzo. Un tempo ragionevole per deviare le acque "incriminate". E ora? La Procura ha subito "girato" le nuove carte al perito di parte, che con la sua relazione aveva constatato l’ inquinamento del corso d’ acqua e convinto il Gip a dare il via libera al sequestro. Se per il professionista la via proposta da Chiarelli sarà percorribile, la palla passerà quindi al Procuratore Buonocore e al sostituto Alessandra Burra che lo affianca nell’ indagine. Saranno loro a coinvolgere di nuovo il Gip che a quel punto potrebbe decidere per il dissequestro condizionandolo all’ apertura dei cantieri oppure scegliere un’ altra formula. Se ne saprà qualcosa di più tra alcune settimane, il tempo necessario al perito della procura di analizzare bene il documento di Chiarelli. L’ altro interrogativo è quello di capire ora chi metterà i soldi e soprattutto se i fondi per i lavori da 400 mila euro ci sono. La risposta, salvo colpi di scena, dovrebbe essere affermativa perchè il Cipaf, guidato dal presidente Ivano Benvenuti, subito dopo il sequestro dell’ impianto (nell’ ambito di un’ indagine che vede coinvolto anche il Cda uscente del Consorzio) aveva già manifestato la disponibilità a deviare 500 mila euro di finanziamenti per altre opere nella messa in sicurezza del depuratore, più che mai urgente per evitare lo stop di un’ area produttiva da 5 mila posti di lavoro. Nuovi contributi dalla Regione invece non arriveranno, come ha garantito l’ assessore regionale alle attività produttive, Federica Seganti rispondendo in Consiglio regionale a un’ interrogazione del consigliere Pustetto. ©RIPRODUZIONE RISERVATA.
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