19 Settembre 2015

Chiusi Colosseo e Fori L’ ira di Renzi: «Ora basta»

Chiusi Colosseo e Fori L’ ira di Renzi: «Ora basta»
roma tre ore di
stop per una riunione sindacale: lunghe code sotto il sole il governo
vara subito un decreto: i siti archeologici tra i servizi essenziali

Chiusi tre ore per assemblea sindacale i siti archeologici più importanti della Capitale: Colosseo, Foro Romano e Palatino, Terme di Diocleziano e Ostia Antica. Agli ingressi sono stati esposti alcuni cartelli in italiano e inglese in cui si spiegava ai moltissimi turisti in fila, delusi, il motivo della chiusura del monumento simbolo della Capitale, salvo commettere su alcuni un errore, è cioè che la chiusura sarebbe durata fino alle 11:30 p.m., invece che 11 a.m.. Ma è subito scontro con i sindacati. Il leader Cgil Camusso avverte: «L’ Assemblea è democrazia». Il premier Renzi si sfoga: «No alla cultura presa in ostaggio». Non di meno il ministro ai Beni culturali Dario Franceschini: «La misura è colma». Per il sindaco Marino la chiusura è «uno schiaffo ai visitatori». I consumatori del Codacons vanno giù pesanti: «In questi casi serve l’ esercito». Poi in serata è arrivato il via libera del Consiglio dei ministri al decreto che equipara i servizi della cultura ai servizi essenziali. «Dobbiamo avere più attenzione verso chi vuole bene all’ Italia, verso tutti gli italiani o i turisti che fanno migliaia di chilometri per venire a vedere il Colosseo o gli altri altri capolavori del nostro patrimonio artistico», avverte Renzi commentando l’ importanza del decreto varato dal Cdm che equipara i servizi della cultura ai servizi essenziali. «Degli amici – aggiunge – mi hanno raccontato di aver intercettato sul treno Roma-Firenze l’ amarezza di un gruppo di turisti americani, questo è senza parole». «Le regole del decreto varranno per tutti i musei ed i luoghi di cultura, senza fare distinzione tra statali, comunali, pubblici e privati», chiarisce il ministro Dario Franceschini. «La misura è colma», aveva commentato a caldo in mattinata il ministro. Sindacati comunque sul piede di guerra. «La vertenza sui beni culturali potrebbe portare ad uno sciopero nazionale e le dichiarazioni del ministro Franceschini certo non aiutano. Cgil, Cisl e Uil hanno già avviato le procedure previste dalle legge», annuncia Claudio Meloni, coordinatore nazionale Cgil per il Mibact. «È uno strano Paese quello in cui un’ assemblea sindacale non si può fare», replica a sua volta laconica Susanna Camusso. «Capisco fare attenzione in periodi di particolare presenza turistica, ma se ogni volta che si fa un’ assemblea si dice che non si può, si dica chiaramente che non ci possono essere strumenti di democrazia». Parole che vanno a confliggere con il tweet del primo pomeriggio dello stesso Renzi: «Non lasceremo la cultura ostaggio di quei sindacalisti contro l’ Italia. Oggi (ieri, ndr) decreto legge #Colosseo#lavoltabuona».

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