Chiara Ferragni rappresentata come una Madonna: il Codacons la denuncia per blasfemia
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fonte:
- Repubblica.it
di BENEDETTA PERILLI Chiara Ferragni blasfema, al punto da essere denunciata dal Codacons per offesa al sentimento religioso. La colpa dell’imprenditrice digitale stavolta sarebbe quella di aver prestato il volto a uno degli artisti contemporanei italiani più apprezzati al mondo, Francesco Vezzoli, per una immagine pubblicata sull’edizione italiana di Vanity Fair. Nell’artwork che accompagna l’intervista, la 33enne appare come una moderna Madonna con bambino dipinta da Giovanni Battista Salvi.
Arte insomma, si tratta di questo. Nello stesso numero sono altre le famose ritratte come personaggi simbolo da Vezzoli, che su invito del direttore di Vanity Fair Italia Simone Marchetti ha diretto l’intero giornale tutto dedicato alle donne: si va da Barbara D’Urso nei panni di Madame Jeanne Bécu, contessa du Barry, a Luciana Lamorgese Giovanna D’Arco fino a Emma Bonino diventata Mahatma Ghandi o Maria De Filippi come Maria I d’Inghilterra. Eppure è solo su Chiara Ferragni che è montata prima l’indignazione social, che ha portato il suo nome a diventare nel giro di poche ore un hashtag molto discusso, e poi a far partire l’intervento del Codacons. Il direttore di Vanity Fair Simone Marchetti e l’artista Francesco Vezzoli, contattati, preferiscono non commentare per non alimentare ulteriormente la polemica.
“Presentiamo un esposto alla Procura della Repubblica e al Ministro dei beni culturali Dario Franceschini – si legge nella nota diffusa ieri dal Codacons – affinché intervengano su quella che non è una provocazione, ma una grave mancanza di rispetto per i cristiani, per l’intero mondo religioso e per l’arte in genere. L’immagine che raffigura la Ferragni nei panni di una moderna Madonna con bambino dipinta da Giovanni Battista Salvi detto il Sassoferrato sfrutta la figura della Madonna e la religione a scopo commerciale, essendo noto come la Ferragni sia una vera e propria ‘macchina da soldi’ finalizzata a vendere prodotti, sponsorizzare marchi commerciali e indurre i suoi follower all’acquisto di questo o quel bene”.
Un esposto che è stato poco gradito dalla comunità social che ora accusa il Codacons di star bersagliando Chiara Ferragni, che già nel gennaio 2019 era stata chiamata in causa per l’eventuale partecipazione a Sanremo. “Pronti a denunciare se la Rai ingaggerà la Ferragni come valletta. Si tratta di una scelta sbagliata per l’ azienda, che dovrebbe individuare modelli più adatti all’ interno di programmi diretti ad un vasto pubblico, costituito in prevalenza da giovani”, aveva scritto allora il Codacons e in passato anche il marito Fedez era finito nel loro mirino. In particolare durante la nota raccolta fondi avviata dalla coppia in piena emergenza Covid, a sostegno delle terapie intensive del San Raffaele di Milano, le commissioni applicate dalla piattaforma GoFundMe sono state giudicate “ingannevoli”, dal Coordinamento delle associazioni per la difesa dell’ambiente e dei diritti degli utenti e dei consumatori. “Mi mancavano”, ha commentato il cantante tra l’approvazione degli utenti.
“Anziché indignarvi, pensate che, grazie a questo post avete imparato che questa opera è stata realizzata da Giovan Battista Salvi e si intitola “Madonna con bambino”. Più arte per tutti”, scrive un utente su Instagram sotto l’immagine di Vezzoli postata nei giorni scorsi da Chiara Ferragni. E sono moltissimi i commenti che difendono Ferragni dalle accuse del Codacons ma anche da quelle di diversi utenti che invece si dichiarano offesi dall’immagine. “Che squallore, altro che cultura, sfruttare immagini sacre per far parlare di sé, quanta prosopopea e insignificanza. Ma che valori può insegnare al figlio, a parte essere perennemente dietro a una telecamera? La vita è ben altro, soprattutto è oltre questa bolla di sapone, prima o poi, si infrangerà e capirà che non sono i soldi a rendere felici e nobili le persone. L’arte è tutt’altra cosa”.
Questa sull’immagine di Francesco Vezzoli è l’ennesima volta che i social travolgono l’imprenditrice in una polemica. Dalla presenza al museo degli Uffizi al commento sulla morte del giovane Willy fino alle dichiarazioni sulla terapia seguita. Solo per citare quelle degli ultimi mesi. Ma l’ultimo caso Ferragni stavolta scomoda anche la politica che interviene su quello che dovrebbe essere il ruolo del Codacons, nato nel 1986 come associazione consumeristica a tutela dei diritti e degli interessi dei consumatori e degli utenti ma finito più volte al centro di polemiche e nel 2017 anche di una querela del Ministero della Salute per procurato allarme su un caso di somministrazione di vaccini. “Nella risposta alla mia lettera e all’interrogazione di Matteo Richetti, Patuanelli si è impegnato formalmente a verificare la situazione del Codacons in termini di trasparenza, conflitti di interesse e mancanza di requisiti. Spero che si dia una mossa. Non se ne può più”. Lo scrive su Twitter il leader di Azione Carlo Calenda.
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