26 Maggio 2014

Caso UnipolSai, Codacons parte civile a tutela degli azionisti danneggiati

Caso UnipolSai, Codacons parte civile a tutela degli azionisti danneggiati

ROMA. “La Procura della Repubblica di Milano ha attivato un nuovo troncone di indagini legato alla vicenda Fondiaria-Unipol che vede indagati l’ amministratore delegato di UnipolSai Carlo Cimbri ed altri dirigenti Premafin e Milano Assicurazioni”. Il Codacons, già intervenuto nel procedimento penale di Torino a carico dell’ ex patron di Sai Fondiaria, si costituirà parte offesa come associazione a tutela dei risparmiatori ed interverrà anche per ogni singolo azionista ed ex azionista che ne farà richiesta nel procedimento che ha portato alla perquisizione della sede di Bologna di Unipol Sai”. Per ciascun azionista danneggiato sarà chiesto un risarcimento danni di 10.000 euro. “Il reato contestato – sottolinea il Codacons – è quello di aggiotaggio, che avrebbe portato all’ alterazione dei valori di concambio delle azioni al momento della fusione delle società”. Secondo il sostituto procuratore Orsi, che sta conducendo le indagini, infatti, i concambi tra le società sarebbero stati valutati in modo erroneo e artificioso e da questo sarebbero derivate significative alterazioni dei prezzi delle azioni e riflessi sul “peso” degli azionisti nella nuova società UnipolSai. “Gli inquirenti – spiega ancora l’ associazione dei consumatori – stanno puntando i fari anche sulle ipotesi di manipolazione del mercato continuativa, in relazione alla fusione con l’ ex galassia Ligresti, e false comunicazioni relative al bilancio. Tutti gli azionisti ed ex azionisti Unipol Sai che hanno subito un danno patrimoniale per la perdita di valore delle loro azioni possono con il Codacons costituirsi persona offesa nel procedimento penale, e chiedere attraverso l’ associazione il rimborso dei soldi investiti ed il risarcimento per il danno morale subito fino a 10mila euro ad investitore: per ogni informazione si può andare sul sito www. codacons. it”. Carlo Cimbri, direttore generale di Unipol, nel 2006 fu già indagato per aggiotaggio (condannato in primo grado a 7 mesi di reclusione, nel 2011 e poi assolto nel 2013) nel caso di un tentativo «occulto» di scalata a Bnl da parte di Unipol.

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