24 Gennaio 2007

“Cartello sui prezzi della benzina“

Secondo l`Authority a partire dal 2004 le società avrebbero concordato i listini con continui scambi di informazioni
“Cartello sui prezzi della benzina“
Indagine dell`Antitrust su 9 compagnie: Agip, Esso, Q8, Shell, Tamoil, Total, Erg, Api e Ip

MILANO L`Antitrust ha aperto una indagine sulle nove compagnie petrolifere leader in Italia – Eni (Agip), Esso, Kpi (Q8), Shell, Tamoil, Total, Erg, Api e Ip – cui fa capo l`81% del mercato (dati Rapporto Up 2006) ipotizzando un cartello sui prezzi dei carburanti consigliati alla distribuzione, e quindi una intesa restrittiva della concorrenza. L`istruttoria – che punta l`indice verso l`Eni cui viene attribuito un ruolo chiave nella vicenda – si concluderà entro il 31 marzo del 2008. In particolare,secondo l`Authority guidata da Antonio Catricalà, i cui funzionari hanno ieri effettuato dei sopralluoghi insieme a personale della Guardia di Finanza, le compagnie petrolifere “quantomeno a partire dalla fine del 2004 – si legge nella nota Antitrust- avrebbero posto in essere meccanismi collusivi nella determinazione del prezzo consigliato, attraverso continui scambi di informazioni “. “Le società petrolifere avrebbero in sostanza concordato la fissazione dei prezzi consigliati – ipotizza l`Antitrust – che risultano di conseguenza aver avuto ed avere un andamento parallelo, con variazioni contestuali, di entità comparabile e di segno omogeneo, in violazione della normativa a tutela della concorrenza“. L`Agcm si è mossa anche alla luce di una serie di segnalazioni inviate a partire dal 2005 dall`Associazione nazionale artigiani e piccole imprese del trasporto merci. Secondo l`Authority il mercato dei carburanti in Italia è in generale caratterizzato da un equilibrio non concorrenziale con rilevanti barriere all`ingresso di nuovi soggetti, che l`Antitrust denuncia da tempo e di cui ha auspicato a più riprese la rimozione (si veda Il Sole 24 Ore del 19 gennaio),con esplicite denunce all`indirizzo di Governo, Parlamento e Regioni.“Pertanto – rileval`Autorità – in un contesto posto al riparo dalla concorrenza, da fine 2004 i prezzi di benzina e gasolio in Italia sono stati pilotati in modo da rispondere all`evoluzione strutturale del settore (ossia calo del consumo di benzina e aumento di quello del gasolio),trasferendo il maggior margine lordo (e il maggior divario dalla media Ue)dalla benzina al gasolio.Il risultato – prosegue la nota dell`Authority – è che prezzi e margini lordi dei carburanti in rete sono in Italia più elevati che all`estero“. Un ruolo chiave spetta poi al gruppo Eni (Agip), cui fa capo- secondo le stime dell` Unione petrolifera – una quota di mercato del 29,8%. L`istruttoria preliminare dell`Autorità ha messo in rilievo che dal 2005 “il parallelismo dei prezzi consigliati, osservato nel tempo, è stato attuato con la fissazione del prezzo da parte dell`Eni, che rappresenta il priceleader al quale si adeguano in concorrenti. Da ottobre 2004 -prosegue la nota Antitrust – proprio l`Eni ha iniziato a utilizzare un nuovo metodo ( di determinazione dei prezzi, ndr) meno legato all`andamento del costo della materia prima (le cosiddette “quotazioni Platts“). I concorrenti – ha rilevato l`Agcm – anziché continuare a fondare le proprie politiche di prezzo sui criteri seguiti fino ad allora, hanno scelto di adeguarsi ai movimenti di Eni, adottando prontamente il nuovo criterio“.Inoltre il parallelismo dei prezzi sarebbe stato garantito – a parere dell`Antitrust – dallo scambio di informazioni. A questo punto l`Autorità punta i riflettori sul ministero dello Sviluppo economico che pubblica un osservatorio sui prezzi: “Una certa collusione – si legge nella nota- è generata dallostesso operato del ministero, va rivisto il funzionamento della cabina di monitoraggio nella quale sono rappresentati compagnie ed esercenti,le parti sono in grado di conoscere tutte le componenti del prezzo consigliato monitorando così il reciproco comportamento“. Nessun commento da Eni, Erg, Esso e Up. Adusbef, Codacons e Federconsumatori hanno invece espresso la loro soddisfazione: le intese tra le compagnie “costano almeno 100 euro l`anno alle famiglie, e dovranno essere restituiti“. Il Codacons (che minaccia “migliaia di ricorsi“) invita a segnalare alle Procure della Repubblica anomalie nei prezzi.Secondo i consumatori “il 1Ú dicembre 2006 il prezzo di un barile di brent costava 64,4 dollari, la benzina 1,234 euro/ litro e il gasolio 1,133 euro; il 19 gennaio 2007,a cambio eurodollaro sostanzialmente invariato, un barile di brent è sceso sotto i 50 dollari (22,41%) ma – sostengono le associazioni degli utenti -il prezzo della benzina (1,213 euro/litro), è calato solo dell`1,70%e quello del gasolio del 3,09%“.

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