23 Giugno 2010

Cartelli troppo vicini sull’A9. “Fate ricorso contro le multe”

  

Il Codacons: «Si può facilmente vincere davanti al giudice di pace»

 
Le multe sulla A9? «Fate ricorso, è molto facile che il giudice di pace possa darvi ragione».
I cantieri della terza corsia stanno scatenando un putiferio di proteste.
Gli automobilisti si trovano a dover fronteggiare come possono i cartelli di riduzione della velocità messi a distanze brevissime. L’autostrada si percorre con l’elastico. Accelerazioni e brusche frenate. E, in fondo a ogni rettilineo, l’incubo autentico dell’autovelox.
Le rimostranze degli utenti della strada si fanno pressanti. E il segretario comasco del Codacons, Mauro Antonelli, lancia una ciambella di salvataggio a chi è incappato nell’occhio elettronico.
«I cartelli collocati troppo vicini tra loro obbligano a brusche frenate – dice Antonelli – Di fronte a questa evidenza, il giudice facilmente accoglierebbe il ricorso di chi dovesse chiedere l’annullamento della contravvenzione».
Questo per ciò che riguarda la multa per eccesso di velocità. Ma il problema è anche legato alla pericolosità di una marcia a singhiozzo, costellata di inchiodate e brusche riprese. Mauro Tedeschini, direttore di Quattroruote, è abbastanza netto. «La segnaletiche va rifatta, la decelerazione dev’essere progressiva, non ci possono essere in poche decine di metri cartelli che indicano riduzioni di velocità di 50 kmh». Il fatto è, dice ancora Tedeschini, che «cose del genere succedono abbastanza spesso e non soltanto a Como. Dovrebbero esserci più ispezioni dell’Anas, i cantieri autostradali sono pericolosi, devono essere monitorati in modo attendibile ed efficace per evitare gli incidenti». La soluzione del caso A9, secondo Tedeschi, è comunque da ricercare in una maggiore «progressività» delle decelerazioni. «Anche per questo – conclude il direttore di Quattroruote – bisognerebbe chiedere con molta insistenza di cambiare la segnaletica».
Cambiamento promesso nei giorni scorsi dalla polizia stradale che ieri, con il comandante Giampiero Pisani, ha ribadito tuttavia la necessità di rispettare i tempi dettati dalla normativa.
«In caso di riduzione di carreggiata il limite di 60 kmh è obbligatorio anche e soprattutto a tutela degli operai che lavorano a pochi metri dalle auto, dietro i new-jersey di cemento – dice Pisani – l’opportunità di attuare un programma di variazione della segnaletica in deroga alla normativa specifica è in corso di valutazione, la Società Autostrade ha detto sì ma non può attuare il cambiamento in tempi brevi, bisogna rifare il piano di sicurezza del cantiere».
Il comandante della Stradale di Como non condivide invece le proteste per l’autovelox. «Gli automobilisti non dovrebbero rallentare soltanto quando vedono la colonnina del misuratore di velocità», dice. Il misuratore, lo ricordiamo, viene utilizzato sulla A9 in modo non continuativo, una o due volte alla settimana.
Sul sito Internet della polizia di Stato è possibile infatti leggere nel dettaglio tempi e collocazioni dell’autovelox. Sul tratto di A9 tra Como e Milano l’occhio elettronico sarà in funzione proprio oggi e lungo la direttrice Milano-Grandate.
Intanto prosegue la raccolta delle proteste dei cittadini da parte di “Corriere di Como” ed Etv. Si possono scrivere email a [email protected] Questo indirizzo e-mail è protetto dallo spam bot. Abilita Javascript per vederlo. ed [email protected] Questo indirizzo e-mail è protetto dallo spam bot. Abilita Javascript per vederlo. oppure inviare fax al numero 031.33.77.823. 

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