31 Luglio 2001

Caro-bollette, Italia maglia nera in Europa

Le aziende pagano gas ed elettricità in media il 70% in più rispetto agli altri Paesi. Per gli usi domestici divario del 20%

Caro-bollette, Italia maglia nera in Europa

Alti costi determinati dall?eccessiva pressione fiscale. Codacons: colpa della liberalizzazione partita in ritardo

ROMA – All?Italia la maglia nera d`Europa sulle bollette di gas ed elettricità, particolarmente salate a causa delle imposte che incidono per il 42%. Le aziende italiane pagano il chilowattora fra il 60 e l`80% in più rispetto alla media europea. Ma notevoli divari tariffari esistono anche all`interno della Penisola: a Napoli e Palermo il gas costa in media il 60% in più rispetto a L`Aquila e Trento.
Se da un lato sono le piccole e medie imprese a scontare maggiormente il caro-bollette, pagando in media ed al netto delle imposte dal 12 al 44% in più rispetto agli altri Paesi europei, dall`altro agli utenti domestici va un po? meglio, in quanto costretti a sborsare «solo» il 17-20% in più. A questo vanno però aggiunte le imposte, che per i contratti domestici sono superiori del 30% agli altri paesi europei. Secondo l`Authority italiana per l`energia, sulla bolletta la materia prima pesa solo per il 26%, il trasporto e la commercializzazione per il 14% e la distribuzione per il 18%. Le imposte incidono invece per il 42%.
Il divario rispetto alla media ponderata europea si riduce per le aziende più energivore, che pagano prezzi in linea con i listini spagnoli, belgi e francesi. Per quanto riguarda le utenze domestiche, prevalentemente gas per uso cottura, i prezzi italiani al lordo ed al netto delle imposte sono fra i più bassi d`Europa.
È necessario però fare attenzione ai consumi: il prezzo per 2.220 metri cubi per gas ad uso riscaldamento è superiore a quello di tutti i Paesi europei ed è il 39% più alto del valore medio ponderato europeo.
Il divario (talvolta pari al 100%) fra i prezzi italiani e quelli applicati in Gran Bretagna Inghilterra ed Olanda è imputabile allo status dei produttori nord europei ed alla completa apertura del mercato. È invece più difficile da spiegare il gap con la Francia, dove Gaz de France gioca da leader assoluto.
Immediate le reazioni. Per il presidente della Commissione Industria del Senato, Franco Pontone (An) «i dati dell`Authority che segnalano un caro-tariffe al Sud forniscono un elemento di riflessione» che «deve essere lo spunto per un`indagine approfondita». A suo avviso è dunque «opportuno» approfondire con «Autorità, associazioni dei consumatori e forze politiche locali il motivo di queste tariffe più alte». Per l?avvocato Vittorio Amedeo Marinelli, responsabile dei Rapporti istituzionali del Codacons, «l?Italia paga lo scotto di una liberalizzazione partita in ritardo e ancora solo di facciata» poiché «sono state poste in essere le premesse per modifiche strutturali, ma i vantaggi per i consumatori non sono ancora visibili». E le differenze fra una città e l?altra? Per l?avvocato Marinelli «le diffrenze non sono certo da imputare all?orografia del territorio. Con la possibilità di trasmissione dell?energia tramite la rete nazionale, non si può certo credere che le disparità sono da imputare alla vicinanza degli impianti di produzione dell?energia».
«Quanto succede con gas ed energia è il classico caso italiano di un?Authority che, anziché vigilare ed attuare misure finalizzate ad un miglioramento dei servizi e ad un abbattimento dei costi – conclude Marinelli – si limita a denunciare gli imponenti costi di esercizio».

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