23 Luglio 2005

Caro-affitti, studenti in fuga. I rettori: Milano li aiuti

Caro-affitti, studenti in fuga. I rettori: Milano li aiuti



Fino a 350 euro per un letto. “Prezzi troppo alti, università a rischio crisi“ Davanti alle bacheche le future matricole si disperano: cinquecento euro la singola, 350 il letto in una doppia. Ma più ci si avvicina al centro e alle stazioni del metrò, più i prezzi salgono. Fino a 600 euro al mese per una camera. In nero, ovviamente. Università: è partita la caccia agli alloggi. E già arrivano le lamentele. Dei sindacati, dei rettori (da Giulio Ballio, del Politecnico, a Marcello Fontanesi, della Bicocca, ad Angelo Provasoli, della Bocconi), delle istituzioni: “Prezzi troppo alti, così Milano rischia di perdere i suoi studenti“. Annunci e inserzioni tappezzano i muri degli atenei. Alla Bocconi: “Zona Ripamonti, bilocale tranquillo, solo ragazze serie, non fumatrici: 350 euro il letto. Cauzione di tre mesi“. Alla Cattolica: “Singola in corso Colombo: 550 euro, solo referenziati, settimana corta“. Al Politecnico: “Bilocale arredato in Città Studi: 400 euro mensili per il posto letto“. “Via Rubattino: singola con bagno privato e aria condizionata: 600 euro“. Ma il commento è unanime ovunque: “Sono matti, come facciamo?“. La prima denuncia arriva dal Codacons, dopo un`indagine svolta su un campione di 150 annunci: “Prezzi impossibili per gli studenti. Affittare una stanza in città costa mediamente 425 euro al mese, spese comprese. Inutile precisare che tutti gli affitti sono in nero: contratti non registrati o subaffitti“. Anche il Sunia, il sindacato della casa, lancia l`allarme. Secondo il segretario, Carmela Rozza, “a Milano il settore dove è più diffuso il nero è quello degli alloggi per studenti“. E se il contratto è regolare, continua la sindacalista, “è solo perché lo firmano i genitori, dando garanzie economiche“. C`è poi una nuova tendenza: una famiglia compra casa al figlio e la affitta agli universitari. “Così pagano il mutuo in nero“, continua la Rozza. Che accusa: “Milano non ha strutture per studenti, la Regione deve prendere in mano la situazione e rivedere la normativa sugli affitti“. Da qui la proposta che il Sunia presenterà a settembre: un canone amministrato (con un tetto massimo, sgravi per chi affitta e abbattimento dei costi delle aree edificabili) e una politica di housing sociale per gli universitari e i lavoratori a tempo determinato. Risponde Piero Borghini, assessore regionale alla Casa: “Qualcosa si sta muovendo. Ma la vera svolta sarà considerare la residenza temporanea per gli studenti come un servizio primario. Si abbattono, così, i costi di produzione e non si pagano gli oneri di urbanizzazione. Noi ci accingiamo a dare un contributo importante con due bandi da 15 milioni di euro e, in più, abbiamo alzato le categorie di reddito. Quindi apriremo l`edilizia temporanea anche a ricercatori e a lavoratori in mobilità“. Borghini conclude: “Finalmente Milano ha preso atto di essere una grande città universitaria, ma il problema è uno: tutti gli strumenti che noi abbiamo non sono in grado di accontentare la domanda“. Sono in tutto 180 mila gli studenti che studiano negli atenei milanesi. Per i 40 mila “fuori sede“ sono a disposizione solo 3.300 alloggi. E se i cantieri in corso sono tanti – dalla Bocconi a quelli che entro due anni metteranno a disposizione oltre mille alloggi – Luciano Niero, presidente dell`Aler, annuncia: “A settembre allo Stadera verrà aperto un nuovo pensionato con 110 posti e servizi“.

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