2 Aprile 2013

Caro benzina, si allarga la protesta

Caro benzina, si allarga la protesta 

Per la prima volta i colossi del carburante finiscono formalmente sotto accusa, e la questione non pare destinata a dissolversi in una bolla di sapone. La vicenda dei rincari della benzina, con i prezzi schizzati alle stelle, procede su due binari che s’ intrecciano tra loro: da un lato l’ indagine sulle presunte manovre speculative, avviata un anno fa dopo un esposto del Codacons; e dall’ altro, legata a doppio filo, una class action per ottenere risarcimenti. Come conferma Barbara Cirivello , presidente provinciale del Movimento consumatori, «anche noi, a livello regionale, stiamo ragionando su un’ eventuale partecipazione. Se la class action si rivelerà fondata, noi aderiremo. Tutto dipende da quello che si riuscirà a dimostrare. Al momento è inutile parlare di cifre a caso, perché non sarebbe serio, ma stiamo valutando la questione per ottenere il massimo». A ravvivare le braci del dibattito erano state nei giorni scorsi le parole del Tribunale di Varese Giuseppe Battarino che, nel decreto di autorizzazione a nuovi sequestri di documenti negli uffici di sette case petrolifere, afferma che «esistono indizi di commissione dei delitti di aggiotaggio e truffa aggravata da parte dei legali rappresentanti, componenti del consiglio di amministrazione e dirigenti delle compagnie petrolifere» sulla formazione del prezzo della benzina in Italia. Il giudice rimarca però che il Tribunale varesino non è competente sulla questione, ma «devono indagare le Procure di Roma e Milano» perché gli eventuali reati di truffa aggravata e aggiotaggio potrebbero essere stati commessi «non alla pompa ma nelle sedi dei consigli di amministrazione delle società». Il pm Massimo Politi , titolare dell’ indagine, ha trasmesso gli atti alle Procure competenti. Cautamente soddisfatti i gestori degli impianti di carburante della provincia, come sottolinea Paolo Longo , presidente di Faib Confesercenti: «A noi va benissimo tutto quello che può portare a una maggiore trasparenza sul prezzo ? afferma -. Di certo è una vicenda molto grossa, che va a toccare interessi forti. E, osservando come funziona il nostro Paese, purtroppo c’ è il timore che questioni come questa a un certo punto non vadano più avanti». Secondo Longo, in base alla sua esperienza, «quando il prezzo era amministrato dal governo c’ erano più trasparenza e più consapevolezza da parte dell’ utenza di pagare il giusto. Nel tempo è poi successa una cosa assurda: da anni le compagnie petrolifere vendono sempre meno, ma i loro bilanci sono in attivo. Come mai accade? Se un qualsiasi commerciante al dettaglio vende meno, guadagna meno. Qui invece accade il contrario». Insomma, per il presidente provinciale della Faib, «bisogna vedere fino a dove arriverà questa inchiesta». M.C.

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