10 Marzo 2010

Caro benzina, sfiorata quota 1,4 euro

la corsa del petrolio Accuse di speculazione ai petrolieri

Per gli automobilisti una stangata di almeno 12 euro in più a pieno, 170 all’anno

roma Il prezzo della benzina vola verso la soglia di 1,4 euro, tornando così ai livelli di ottobre 2008. Un andamento che, ancora una volta, insospettisce le associazioni dei consumatori, convinte che a pesare sia la speculazione: i petrolieri, invece, ribattono che i listini sono in linea con le quotazioni internazionali del petrolio e dei prodotti raffinati. A mettere mano ai prezzi sono state ieri quattro compagnie (Agip, Q8, Shell e Tamoil), con la Shell che ha fatto segnare il massimo a 1,397 euro al litro. La soglia di 1,4 euro, che non viene toccata dall’ottobre del 2008, è quindi a portata di mano e un pieno di benzina costa oggi in media 70 euro, contro i circa 58 di un anno fa. In rialzo è anche il gasolio, che nei distributori Shell ha raggiunto quota 1,234 euro al litro. Sugli aumenti, come sempre, si scatena la polemica tra associazioni dei consumatori e petrolieri. Adusbef e Federconsumatori puntano il dito sulla speculazione e parlano di variazioni «del tutto ingiustificate», che pesano, tra costi diretti e indiretti, per 171 euro l’anno in più. Secondo i calcoli delle due associazioni, infatti, considerando le quotazioni del petrolio (circa 80 dollari al barile), il cambio euro-dollaro e i dislivelli nel prezzo industriale tra Italia e resto d’Europa, il prezzo potrebbe essere limato addirittura «di 9-10 cent al litro». Le due associazioni chiedono quindi l’intervento del governo, che «bloccare le speculazioni», istituire una Commissione di controllo sulla doppia velocità dei prezzi e avviare la completa liberalizzazione della rete di distribuzione dei carburanti. L’andamento dei prezzi preoccupa anche il Codacons, che, considerando anche le ricadute sul trasporto dei prodotti, valuta un aggravio di 180 euro ad automobilista. Alle accuse risponde l’Unione petrolifera, che ribadisce la correttezza dei comportamenti delle aziende. Gli aumenti «sono conseguenza del deciso apprezzamento, non solo del petrolio, ma anche e soprattutto delle quotazioni internazionali dei prodotti raffinati rilevati quotidianamente dal Platts». In particolare, aggiunge l’Up, «a far data dalla fine di febbraio la benzina a livello internazionale si è apprezzata di 2,3 centesimi euro al litro contro gli 1,7 centesimi del prezzo interno (al netto delle tasse)». Secondo l’Up si tratta quindi di «numeri che smentiscono qualsiasi ipotesi di «doppia velocità».
Intanto, restando nel settore auto, un monito pesantissimo: «6-7 mesi» per «scongiurare il rischio di un taglio occupazionale di 15.000 lavoratori nel settore della distribuzione di auto». È il tempo che il neo-presidente della Federaicpa (l’associazione che riunisce le 3.800 concessionarie presenti in Italia), Filippo Pavan Bernacchi, dà al governo per mettere mano ai problemi del settore, ulteriormente aggravati dal mancato rinnovo degli incentivi che, secondo le stime degli analisti, porterà da aprile in poi ad un calo del mercato dell’auto del 40%.

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