24 Settembre 2013

«Cardiologia, sarò promotore delle eccellenze del reparto»

«Cardiologia, sarò promotore delle eccellenze del reparto»

 

Un cittadino, Gianni Mussi, ci scrive intervenendo sul «Caso Cardiologia» di via del Pozzo a seguito dell’ intervista, comparsa nei giorni scorsi su queste colonne, all’ ex primario Maria Grazia Modena. Riceviamo e pubblichiamo. Mi preme focalizzare alcune considerazioni in merito alla vicenda della Cardiologia del Policlinico, da semplice cittadino, da ex paziente; contrariato nell’ avere assistito allo smantellamento o al discredito di una struttura sanitaria importante della nostra città. Torna alla ribalta della cronaca una situazione, che ha per me dell’ incredibile, denominata “Caso Cardiologia” che con i tempi della giustizia si trascina già da alcuni anni. Da paziente quale sono stato e di recente quale fruitore di servizi sanitari, spesso, quando leggo i giornali e si parla di Policlinico e di processi, mi si ripropone un disagio ricorrente, uno strappo, quasi una “ferita famigliare” che necessita di essere rimarginata. Come allora anche oggi mi sento di difendere l’ operato di tutti quei medici e operatori che hanno dato l’ anima per rendere eccellente quel reparto, fino a prova contraria, e che continuano tuttora con difficoltà nonostante le inchieste giornalistiche, i supposti crimini, nonostante scelte quantomeno discutibili, secondo la mia opinione, operate dalla direzione dell’ ospedale , con nuovi dirigenti pro -tempore, nominando medici provenienti dallo staff della professoressa e comunque, per quanto è dato sapere, molto ostili. Incaricati a svolgere ruoli che difficilmente avrebbero ottenuto. Incarichi con la formula della temporaneità in quanto il concorso che si terra nel 2014 porterà evidentemente a modificare tali condizioni. Un disagio dicevo che trovo come sempre anche in questi giorni dove alcuni soggetti, come da loro consuetudine, entrano a gamba tesa, in modo ufficiale o ufficioso, sulla questione; personaggi con l’ unico scopo di avvalorare la loro posizione, la loro visibilità con interviste emozionali e grandi titoli sui quotidiani locali, per ottenere scalpore, molto spesso finalizzato al senzazionalismo, per incidere emotivamente sulla società, ma che alle volte, come nel mio caso, sollecitano un atteggiamento a controbattere e a reagire in modo puntuale. Con cognizione di causa vorrei raccontare un episodio, riferendomi al signor Fabio Galli – vedi Codacons, interlocutore e rappresentante di questa onlus, che come un indagatore riceve dossier, individua, sentenzia e chiede adesioni per innescare o meglio indurre sentimenti controversi, adducendo al fatto di essere paladino dell’ articolo 32 della Costituzione e paventando una azione collettiva in relazione alle vicende note di Emodinamica. Già a suo tempo ebbi a dialogare telefonicamente con questo signore spiegando la mia esperienza nel reparto dove, attraverso il ricovero e la diagnosi, mi salvarono; quindi, trasmettere a lui una testimonianza e un segnale positivo per l’ organizzazione, per i medici e per l’ allora direttore. Il protagonismo per questa associazione è linfa vitale e, se non lo rincorre attraverso la stampa o la televisione, scompare. Ecco perché in questi giorni nasce l’ istituzione di un numero verde, fac-simile di quello presentato nel novembre 2012, dalla Usl a preludio della cosiddetta “class action”, panacea di tutte le soluzioni di ex pazienti danneggiati ma che di fatto, come sembrerebbe dichiarare lo stesso Galli in un recente articolo, “sarà poi il giudice a vagliare l’ ammissibilità della costituzione di parte civile di questi pazienti” che tradotto in soldoni vuol dire che Codacons non detiene nessuna natura di interesse per rappresentare le parti lese. Ebbene anch’ io da ex paziente, invece, mi farò promotore per far comprendere che da quel reparto si sono ottenuti ottimi risultati anche per la città e per i cittadini, cercando solidarietà e rinnovata dignità al nostro grande ospedale e delle persone coinvolte.

 

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