Cardiologia, primi casi sotto esame
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fonte:
- Gazzetta di Modena
Il caso cardiologia continua a tenere banco. E non più soltanto tra i corridoi del Policlinico e degli addetti ai lavori. Anche in Procura comincia a muoversi qualcosa. Nessuna dichiarazione ufficiale, nessun atto ufficiale, ma una serie di avvenimenti avrebbero fatto drizzare le antenne alla magistratura. Dopo l’ esposto presentato dal Codacons, grazie al quale la Procura ha acquisito tutte le carte, nel mirino potrebbero finire la sperimentazione e il rispetto del consenso informato. Archiviata la relazione della Regione, iniziati i processi di cambiamento interni al Policlinico, rimaste per ora ai margini le diatribe tra medici, chi lavora ancora sul caso di Cardiologia è la Procura della Repubblica. Nessuna dichiarazione ufficiale dai magistrati modenesi, ma la vicenda è stata seguita con grande interesse. Soprattutto negli ultimi giorni, da quando cioè la Regione ha emesso il suo verdetto. Se è vero, infatti, che da parte della commissione d’ indagine non è stata trovata «nessuna colpa» da segnalare alla procura, i casi contenuti nell’ esposto del Codacons vanno comunque analizzati. E in cima al tavolo degli inquirenti ci sono anche le quattro cartelle cliniche sequestrate dai Nas, come ammesso dalla direzione generale dell’ ospedale. Ci si sta concentrando soprattutto sulle dimissioni repentine di Giuseppe Sangiorgi, l’ emodinamista della struttura di cardiologia, e sulle prassi adottate nel corso delle sperimentazioni. Primo tra tutti il consenso informato. Non è, quest’ ultimo, un dato trascurabile. Non è un semplice foglio di carta sul quale apporre una firma che mette tranquilli solo i medici. Dovrebbe essere ciò che spiega quello a cui un paziente va incontro, anche in modo dettagliato. E in questo senso le sperimentazioni hanno il loro peso. Dipende, infatti, come queste venivano presentate. Ecco perchè il prossimo passo della procura dovrebbe essere quello di convocare tutti i pazienti coinvolti nei casi in oggetto e anche i loro famigliari. Questi confronti saranno decisivi per il prosieguo delle indagini. Come dice il Codacons basta leggere le carte e porsi alcune domande: «Accetto di sottopormi ad eventuali misure diagnostiche o terapeutiche che si rendano necessarie». Recita più o meno così lo «scarno consenso informato fatto firmare a una donna che si è sottoposta ad un intervento endovascolare extracardiaco al Policlinico di Modena» secondo il Codacons di Modena. E’ da qui, insomma, che l’ indagine partirà per capire se ci siano state omissioni nei confronti dei pazienti che ora si sono rivolti alla magistratura per far luce sui propri casi. (d.b.)
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