22 Settembre 2013

«Cardiologia, confidiamo nella magistratura»

«Cardiologia, confidiamo nella magistratura»

Il caso Cardiologia continua a far discutere. Riceviamo e pubblichiamo l’ intervento di Fabio Galli, vicepresidente del Codacons regionale. Leggiamo sulle pagine del vostro quotidiano che la professoressa Modena, ex primario della Cardiologia del Policlinico di Modena, vuole tornare a lavorare per curare i pazienti. Desidera tornare dai suoi studenti domandandosi se la stampa non farebbe bene a fare «un po’ di saggia informazione» invece di fare parlare associazioni varie di consumatori. Il Codacons, nel leggere con attenzione l’ articolo, ribadisce la propria posizione che è sempre stata quella di attendere che la magistratura faccia il proprio lavoro, essendo l’ unica ad avere il diritto/dovere di valutare se sono stati commessi fatti penalmente rilevanti. Ci preme però ricordare a tutti, ed in particolar modo alla professoressa Modena, che mentre lei dirigeva il reparto di Cardiologia del Policlinico, una commissione medica, nominata dalla Regione e composta da ben sei medici, tutti ricoprenti incarichi di alta responsabilità, nel corso della verifica effettuata proprio nel reparto diretto dalla stessa professoressa Modena, riscontrò: – «Documentazione clinica inadeguata o mancante in cartella relativamente alla valutazione di score di rischio o di comobilità, con impossibilità a verificare l’ effettiva applicazione di protocolli diagnostici -terapeutici adeguati al caso»; – «Consenso informato carente e particolarmente inadeguato nei casi di specie, trattandosi dell’ esecuzione di procedure complesse che non rappresentano la prima scelta, soprattutto al di fuori di un contesto di emergenza; elemento ancora più rilevante in considerazione dell’ assai limitata presenza di informazioni che attestino l’ avvenuto coinvolgimento del paziente e/o famigliari (quando legittimati) nel processo assistenziale»; – «Esecuzione di procedure interventistiche endovascolari extracardiache, senza il coinvolgimento di chirurghi vascolari e/o radiologi interventisti e senza evidenze di approccio anche consultivo multidisciplinare»; – «Indicazioni alle procedure extracardiache spesso non aderenti a quanto raccomandato in letteratura, con un approccio terapeutico, in taluni casi, eccessivamente intensivo (Chimney Techique in corso AAA, primaty stenting in corso di Aovcp al 2° stadio, stenting carotidei in pazienti asintomatici, prosecuzione di procedure ad alto rischio a complicanza già verificatasi»; – «Esecuzione di procedure interventistiche non coronariche in assenza di valutazione cardiochirurgia preliminare documentata (valvuloplastica aortica e mitralica)». Letta la relazione della commissione medica, ci auguriamo che pazienti, studenti, ma soprattutto i cittadini modenesi e non, possano sperare in qualcosa di meglio senza suscitare le ire di nessuno, ricordando a tutti che l’ art. 32 della Costituzione Italiana sancisce la tutela della salute come ‘diritto fondamentale dell’ individuo e interesse della collettività’, e non una gentile concessione.

 

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