6 Dicembre 2013

Cardiologia, chiesto risarcimento al Policlinico «Stent applicato senza le dovute informazioni»

Cardiologia, chiesto risarcimento al Policlinico «Stent applicato senza le dovute informazioni»

di FRANCESCO VECCHI «STENT applicato senza un’ informazione completa alla paziente, poi deceduta. Chiediamo il risarcimento dei danni». È questo il principio della raccomandata inviata lo scorso febbraio al Policlinico dall’ avvocato modenese Agostino Ascari, al quale si sono rivolti i parenti di una una 52enne residente a Modena, morta nelle ore successive a una coronarografia avvenuta nell’ Emodinamica di Giuseppe Sangiorgi (in manette nel novembre 2012). L’ anno cui i fatti si riferiscono è il 2010, lo stesso finito nel mirino della procura ed esattamente nel maxi fascicolo sul caso ?Camici sporchi’: le presunte sperimentazioni fasulle e associazione a delinquere dentro al reparto della professoressa Maria Grazia Modena. Ascari si è rivolto a un medico legale, che, sulla base delle cartelle cliniche, ha ricostruito i fatti. Versione che può essere considerata ?di parte’, ma si tratta comunque del primo caso noto dove si contestano anche le pratiche mediche nell’ Emodinamica (al di là dell’ episodio Spinella e del fascicolo Codacons, che hanno fatto nascere l’ inchiesta). La paziente 52enne, ricorda la perizia, viene ricoverata in Cardiologia a fine maggio 2010 per un’ insufficienza cardio-respiratoria. In rianimazione per nove giorni, è in seguito sottoposta a coronarografia, attraverso l’ applicazione di stent. Una successiva Tac addominale mette in evidenza un grosso ematoma da dissecazione dell’ arteria femorale. Segue un ulteriore intervento chirurgico che però non riesce ad evitare la morte della donna. I parenti contestano che né la paziente, né loro stessi, furono informati delle possibili complicanze della coronarografia, se non attraverso la «mera» firma di un modulo pre-stampato per il consenso informato. Inoltre, l’ esame fu eseguito per via transfemorale e non per quella radiale (via polso), ritenuta dal medico legale una soluzione meno rischiosa per soggetti, come la signora, affetti da arteriopatia. Morale: mancata informazione e coronarografia non fatta nel modo corretto. Per questo in sede civile si chiede un risarcimento al Policinico, che deve ancora essere quantificato, ma è presumibile possa essere milionario. L’ ospedale ha risposto, attraverso la sua assicurazione. Prima informando di aver dato mandato a un fiduciario di accertare eventuali responsabilità, poi spiegando di attendere ancora i chiarimenti richiesti. L’ avvocato Ascari, scaduto il termine ultimo da lui fissato a inizio novembre, ha inviato una diffida: «Siamo pronti a fare causa, sempre in sede civile». Sullo sfondo dell’ intera vicenda si solleva la responsabilità dell’ ospedale ( responsabilità contrattuale ). Il legale, va infine aggiunto, ricollega i fatti in questione al pronunciamento della Corte di Cassazione: una sentenza sottolinea che il modulo prestampato per il consenso informativo non basta. L’ informazione al paziente deve essere ?personalizzata’, basandosi, per esempio, su un linguaggio che tenga conto anche del grado culturale del paziente. Compresi i rischi e le eventuali conseguenze negative dell’ intervento.
vecchi francesco

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