Carburanti, servizi e Poste ecco la rivoluzione in arrivo
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fonte:
- Il Messaggero
ROMA L’ obiettivo di Mario Monti è quello di presentarsi al Consiglio europeo di Bruxelles, in programma il 30 gennaio, con in tasca un pacchetto di misure già approvate. Ed è per questa ragione che il governo, dopo un giro di consultazioni con i partiti, punta a licenziare un decreto nel consiglio dei ministri del 20, che fissi i punti chiave della riforma, per poi intervenire con provvedimenti nei singoli settori. Secondo alcune indiscrezioni, l’ esecutivo potrebbe comunque giocare d’ anticipo varando le prime misure già in settimana. Energia, servizi postali, assicurativi e bancari, trasporti e servizi pubblici. Ma anche interventi sulle licenze dei taxi. Mario Monti progetta di dire la sua su tutto e va avanti sulle liberalizzazioni per «sbloccare il Paese e far saltare i colli di bottiglia che lo rendono più lento degli altri». Il professore assicura che le misure saranno «equilibrate ma non timide» e che toccheranno vari settori perché «un regime di libera concorrenza è più equo». Sui contenuti filtra poco. Ma se è vero che non ci sono dettagli, fonti governative affermano che i provvedimenti dai suggerimenti formulati dall’ Antitrust nei giorni scorsi al Parlamento. Un dossier ricco di spunti, costruito anche sulla base delle denunce dei consumatori, che indica alcune riforme «per far ripartire la crescita garantendo l’ equità sociale, con interventi mirati a beneficio di chi sarà penalizzato dal cambiamento». Fonti vicine al governo affermano che il primo capitolo toccato dalle riforme sarà quello dei carburanti. Nei giorni scorsi il dossier è stato seguito dal sottosegretario Claudio De Vincenti. Sul tavolo, in particolare, l’ eliminazione dell’ esclusiva, che però non convincerebbe del tutto i gestori e i petrolieri. Nel settore banche e assicurazioni, la richiesta dell’ autorità di vietare la vendita di polizze abbinate ai mutui potrebbe essere subito soddisfatta. Altro capitolo caldo quello dei servizi pubblici. L’ Antitrust propone una norma che impedirebbe la crescita dei prezzi: se un ente pubblico impone un nuovo obbligo burocratico (ad esempio la certificazione energetica), chi lo subisce potrebbe detrarlo dalle tasse e dunque dalle entrate dell’ ente stesso. Sul piede di guerra, in queste ore, ci sono i commercianti che vedono le liberalizzazioni come un regalo alla grande distribuzione, tanto che Confesercenti prevede che nei prossimi tre anni «chiuderanno 80mila esercizi commerciali e si perderanno 240mila posti di lavoro». E tornano a farsi sentire anche i tassisti, che promettono battaglia se le promesse di tenerli fuori dalle liberalizzazioni cadessero. «Se il governo Monti recepisse il progetto di riforma del servizio taxi dell’ Antitrust ? tuona Loreno Bittarelli ? non sarebbe più tecnico, ma politico». Secondo il presidente nazionale di Uritaxi, infatti «i principi suggeriti dall’ Antitrust sono identici a quelli decreto Bersani del 2006 del governo Prodi: via il cumulo delle licenze, ingresso delle società di capitali e seconda licenza come finto risarcimento a coloro che ne sono già titolari». Barricate contro le quali si scaglia il Codacons che annuncia una raffica di denunce «contro tassisti, farmacisti e professionisti che ostacolano i provvedimenti e che rischiano di produrre un danno ai cittadini di 8 miliardi di euro». E sui vantaggi derivanti dalla fine delle «rendite monopolistiche» battono con forza Adusbef e Federconsumatori calcolando risparmi medi per famiglia da 900 euro, con un impatto sulla crescita del Paese da 22 miliardi. RIPRODUZIONE RISERVATA.
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