21 Gennaio 2014

Caos Imu, mezza Italia in ostaggio della tassa-zombie

Caos Imu, mezza Italia in ostaggio della tassa-zombie

Da diversi giorni, ogni mattina, il contribuente di uno dei circa 2400 comuni dove si paga la mini-imu, si sveglia e sa che dovrà essere più veloce degli altri per evitare di rimanere intrappolato al Caf o all’ ufficio comunale, e passare ore in fila”, dice il responsabile di uno dei tanti Centri di assistenza fiscale presi d’ assalto in queste ore. Tra mini Imu e maggiorazioni Tares, l’ accavallarsi delle scadenze, fissate al 24 gennaio, il “venerdì nero”, ha creato il caos, con code lunghissime, centralini intasati, date sbagliate, moduli esauriti o mai inviati ed errori nei conteggi. Prima ancora del come, nessuno sa quanto pagare. La fila agli uffici tributi o ai Caf è inevitabile in tutti i Comuni, quasi un terzo del totale, che nel 2013 hanno alzato l’ aliquota base del 4 per mille, sperando di incassare più risorse dallo Stato dopo l’ abolizione dell’ imposta sulla prima casa. Una furbata cui il governo non ha voluto o potuto rimediare, limitandosi a coprire il 60 per cento dell’ aumento, il resto è a carico dei cittadini. A Varese per due giorni centinaia di persone si sono messe in fila al Comune per ritirare il modulo e pagare il saldo. A Milano e Roma, i Caf sono allo stremo. “Abbiamo richiamato tutti i dipendenti dei centri dove non si paga la tassa – spiega Gabriele Malpezzi della Cgil – ma non ce la facciamo comunque. Normalmente lavoriamo per appuntamento, ora riceviamo allo sportello e la fila comincia dal mattino, ma molti non ce la faranno a pagare in tempo e per loro scatterà la mora. Ma come si fa a decidere l’ importo di una tassa così a ridosso della sua scadenza? È follia”. Ovunque la scena è la stessa: mai in tanti anni si è assistito a un pasticcio simile. “È una palese violazione dello statuto dei contribuenti, ci sarebbe da fare ricorso – spiega Valerio Canepari, coordinatore della consulta dei Caf – ma gli importi sono modesti, e se si va in tribunale si spende più di quanto si porta a casa. Questo è il frutto dell’ egoismo di tutti i livelli istituzionali. Dai comuni al governo, tutti hanno massimizzato i propri interessi. E la decisione dell’ importo è quasi coincisa con la scadenza”. Il Codacons, un’ associazione dei consumatori, è pronto ad azioni legali. File e proteste anche a Verona, Torino – dove i tempi d’ attesa per pagare alle poste superano l’ ora – e nel Lazio. Qui i Caf non ce la fanno a smaltire l’ afflusso: “Abbiamo lavorato nelle festività per non avere poi problemi a calcolare gli importi – spiega Roberto Violi della Cisl – ma nella Regione la stragrande maggior parte dei comuni paga la mini-imu. Troppa gente rimarrà fuori”. I costi delle pratiche al Caf (nel Lazio tra i 7 e i 12 euro) spesso si avvicinano all’ importo della tassa. E per chi non paga in tempo c’ è una sanzione dello 0,2 per cento entro le prime due settimane e dello 0,3 entro un mese, con interessi all’ 1 per cento. Per evitare ai contribuenti la beffa di dover pagare la mora, da più parti si chiede al governo un rinvio. I commercialisti, in una nota in cui lamentano di essere ormai diventati i funzionari a costo zero del fisco, auspicano almeno “un ravvedimento gratis in trenta giorni “. MOLTI SINDACI, esasperati, sono andati oltre, annunciando il rinvio al 16 giugno della tassa, creando un pasticcio ancora peggiore. Da Rimini a Faenza, a Cava dei Tirreni, i casi si moltiplicano. A Ravenna, il sindaco Fabrizio Matteucci ha addirittura parlato di un via libera del governo, costringendo il sottosegretario all’ Economia Pier Paolo Baretta a una rapida smentita: “La scadenza non si può rinviare, Eurostat deve chiudere i conti del 2013”. Capitolo chiuso, con buona pace degli abitanti dei Comuni coinvolti, che si sono sentiti ripetere che era tutto a posto. Va anche peggio sul fronte della Tares, l’ imposta sui rifiuti. A Roma, i moduli di pagamento (F24) sono arrivati a domicilio solo in questi giorni. Molti però riportano ancora la vecchia scadenza del 16 dicembre. Alcune lettere, poi, contengono sia il bollettino della tassa sui rifiuti sia la maggiorazione. Ma in molti casi non è arrivato proprio nulla. Nel Comune commissariato di Giugliano, vicino Napoli, la protesta è finita in una guerriglia urbana con la polizia che ha provocato diversi feriti. Qui un nucleo di quattro persone, in un appartamento di 90 metri quadrati, secondo le nuove tariffe andrebbe a pagare circa 800 euro, con cartelle che arrivano fino a 1.400 euro.
di carlo di foggia

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