2 Dicembre 2020

Camera di commercio unica Stretta finale sui nomi del prossimo consiglio

Associazioni di categoria al lavoro per presentare la lista dei nominativi da far entrare nel consiglio della nuova Camera di commercio dell’Umbria composto da 33 membri. Una volta inviati i nomi (c’è tempo fino a venerdì) la Regione dovrà verificare la compatibilità dell’incarico e l’assenza di pendenze. Sola allora la presidente della Regione, Donatella Tesei, potrà firmare il decreto che istituisce il consiglio. Per il momento, con un precedente atto di inizio mese, sono stati definiti gli assetti e gli apparentamenti; in pratica quanti seggi spettano a ciascuno settore produttivo. Ed è già battaglia tra le associazioni per guadagnare qualche posto in più in modo poi da esprimere la maggioranza che designerà il presidente. Tre i seggi all’agricoltura che saranno divisi tra Coldiretti, Confagricoltura e Cia, cinque all’artigianato cinque all’industria sei al commercio, uno al mondo delle cooperative, due al turismo, uno ai trasporti, uno al settore del credito, cinque ai servizi alle imprese, uno a quelli alla persona, uno al sindacato che va alla Cgil, uno alle associazioni dei consumatori (in lizza Codacons e Federconsumatori) l’ultimo in realtà l’unico già as- alle libere professioni, andato al presidente dell’Ordine degli Agronomi Francesco Martella. Si avvia dunque a conclusione l’annosa e contestata riforma partita a fine 2016 che doveva portare alla razionalizzazione degli enti camerali e a risparmi di 50 milioni. “A livello locale – spiega il segretario e commissario ad acta della Camera di commercio di Perugia Mario Pera – con l’avvio di questo riassetto è stato bloccato il turn over, quindi per quanto ci riguarda non abbiamo rimpiazzato 15 posizioni che hanno pesato per circa 485 mila euro in tre anni. Sostanzialmente con la riforma verranno garantiti gli stessi servizi, ci saranno la sede principale di Perugia e quella secondaria di Terni nelle attuali location, il personale resta lo stesso (circa 90 dipendenti ndr) siamo enti pubblici. A livello di risparmi avremo delle razionalizzazioni sulle posizioni organizzative. Questa riforma ha il pregio di rafforzare il potere contrattuale dell’ente che rappresenterà 96 mila imprese, migliorare le collaborazioni con la Regione e le partecipate ma non porta enormi risparmi perché gli incarichi erano gratuiti; c’era solo un rimborso chilometrico ai consiglieri fuori sede”.

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