Calderoli indagato per le offese razziali
-
fonte:
- Il Piccolo
ROMA È costato l’ apertura di un procedimento penale a Roberto Calderoli l’ aver paragonato a un orango, lo scorso sabato sera dal palco della “Festa de Treì” a Treviglio, nella Bassa bergamasca, il ministro per l’ Integrazione Cécile Kyenge. Il vicepresidente del Senato è dunque indagato dalla Procura di Bergamo per diffamazione aggravata dall’ odio razziale in seguito a un esposto del Codacons, l’ associazione dei consumatori. E contro di lui, da Londra, si è scagliato anche Enrico Letta. «Calderoli se ne deve andare, deve lasciare l’ incarico. Gli ho chiesto di dimettersi – ha affermato in un’ intervista alla Cnn -. Le sue offese sono state uno choc per l’ Italia. La mia scelta di chiedere a Cecile Kyenge di essere ministro è stata una scelta molto chiara per il Paese. Gli italiani devono comprendere che l’ integrazione interna è una delle maggiori questioni per il futuro e il messaggio era molto chiaro. Per questo – ha concluso – le uscite di Calderoli rappresentano una vergogna di cui rispondere con le dimissioni». Ieri è stata condannata ad un anno e un mese di reclusione (pena sospesa) e all’ interdizione per 3 anni dai pubblici uffici anche Dolores Valandro, l’ ex consigliere di quartiere leghista di Padova che in un post su Facebook, riferendosi al ministro Cecile Kyenge, aveva scritto «mai nessuno che se la stupri…». Anche lei, entrata in lacrime in Tribunale, si è scusata: «Non era mia intenzione come madre e come donna insultare un’ altra donna, mi è però passato davanti agli occhi un episodio capitato a mia figlia. È stato un attimo di impulsività perché non ho mai visto atti così violenti nei confronti delle donne perpetrati dagli italiani». Riguardo a Calderoli, il procuratore di Bergamo Francesco Dettori ha raccolto tutti gli articoli di stampa sul comizio e ha acquisito l’ audio del discorso, aprendo quindi il fascicolo. Tra l’ altro proprio la registrazione audio del comizio è stata allegata nell’ esposto. Francesco Dettori ha affidato il fascicolo ai due sostituti Maria Cristina Rota e Gianluigi Dettori. I due magistrati dovranno valutare dal punto di vista giuridico se le parole pronunciate sabato dal parlamentare leghista («quando vedo le immagini della Kyenge non posso non pensare, anche se non dico che lo sia, alle sembianze di un orango») siano da considerare diffamatorie e dunque se Calderoli deve essere per questo processato. Intanto il leader leghista Maroni ha replicato con un «Non diciamo stupidaggini» al presidente del Consiglio, Enrico Letta che lo aveva definito «correo» con Calderoli per gli insulti al ministro. «Per me la questione è chiusa. Calderoli si è scusato e Letta farebbe meglio a occuparsi di altre cose» come il caso kazako visto che «la questione riguarda il Senato e non il Governo», ha affermato.
-
Sezioni:
- Rassegna Stampa
-
Aree Tematiche:
- VARIE