Caldaie bollenti, blitz al Comune
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fonte:
- La Gazzetta del Mezzogiorno
Caldaie bollenti, blitz al Comune
Acquisiti gli atti relativi alla convenzione con l`Asea
L`inchiesta sulle caldaie entra in Comune. I poliziotti, su ordine della Procura, ieri mattina si sono presentati a palazzo Carafa. Sono andati via solo dopo aver acquisito tutta la documentazione relativa alla convenzione con l`Asea per le verifiche agli impianti termici. Il blitz negli uffici comunali, segue di qualche giorno quello all`Asea, dove gli agenti della sezione di Polizia giudiziaria del Tribunale hanno sequestrato circa settemila rapporti di verifica effettuati sulle caldaie di altrettanti utenti.
Ad inviare i poliziotti in municipio è stato il sostituto procuratore Elsa Valeria Mignone che ha avviato la delicata indagine. Abuso d`ufficio e falso sono i reati ipotizzati. Ma al momento il fascicolo è stato aperto contro ignoti. L`acquisizione dei documenti a Palazzo di città servirà a chiarire l`iter amministrativo conclusosi con l`affidamento all`Asea dell`attività di controllo sugli impianti termici.
Intanto gli investigatori, diretti dal vicequestore Antonio De Carlo, stanno passando al setaccio la documentazione acquisita negli uffici dell`Asea. Dalla verifica delle cartelle si dovrà accertare la fondatezza dei rilievi sollevati dalle quattro associazioni, Federconsumatori, Sunia, Codacons, Donneuropee-Federcasalinghe, che hanno presentato l`esposto in Procura. Fra i vari aspetti da accertare vi è anche quello di stabilire se le verifiche alle caldaie siano state effettuate alla presenza o meno di un ingegnere.
In questi giorni, intanto, la caldaia per il riscaldamento dell`abitazione continua a rappresentare, per molti leccesi, un problema «ingombrante», quasi un mezzo impiccio. «Essere titolari di un impianto termico – ironizza l`avvocato Gianluigi Pellegrino – viene vissuto dall`utente come qualcosa di cui ci si debba paradossalmente pentire. Non solo: fare l`autodichiarazione sembra non essere più una sua scelta ma un obbligo soggetto a sanzione». Da qualche giorno, tutto sembra ruotare attorno all`importo del controllo effettuato dai tecnici dell`Asea. Il costo di 240mila lire, indicato nel piano d`impresa dell`azienda (in molti casi, solo per controllare la documentazione cartacea dell`utente, come sostengono le associazioni dei consumatori) – appare decisamente eccessivo; una prestazione di servizi che nel resto d`Italia e nella stessa provincia di Lecce è sicuramente più contenuta e rappresentativa di una tariffa, per così dire, collettiva. C`era stato un momento, nelle scorse settimane, che l`amministratore dell`Asea, Giampiero Corvaglia, si era dichiarato non pregiudizialmente contrario a un contenimento del costo da addebitare all`utente. Per questo, molti titolari di caldaie, avevano sperato in un allineamento del costo delle 240mila lire, a quello della provincia, già fissato dalla giunta Ria, in sole 120mila lire. Ma la favorevole «apertura» dell`Asea, non aveva trovato evidentemente d`accordo gli amministratori di palazzo Carafa; così la tariffa – è stato intanto ribadito – rimarrà inalterata. Proprio ieri, abbiamo provato a chiedere all`assessore all`Ambiente, Antonio Capone se l`utente leccese può ancora sperare in qualche spiraglio, che nei prossimi giorni possa far pensare a una riduzione delle 240mila lire. La risposta non lascia dubbi. «Intanto non posso essere io a cambiare l`importo del controllo – ha spiegato Capone – e comunque, in veste di assesssore, non posso mettere in discussione il Piano d`impresa dell`Asea; altrimenti – ha aggiunto – dovrebbe essere il comune ad accollarsi la differenza di costo». Ma come stanno adesso le cose? Perchè la tariffa non si può più toccare? E` vero che gli «incassi» dell`Asea hanno subito un consistente calo, dopo le «direttive» dell`assessore, di assolvere le caldaie, risultate fuori norma, per aspetti che non riguardano la sicurezza?
Nei giorni scorsi, su proposta della Cisl-Adiconsum, l`assessore Antonio Capone si è detto favorevole all`istituzione di un tavolo tecnico-concertativo, attorno al quale i sindacati e le associazioni consumeristiche, potrebbero dirimere le controversie fra Asea, utenti e comune.
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