13 Agosto 2020

Calano ancora i prezzi al consumo

energia in caduta libera, aumento più contenuto sui beni per la cura della persona. codacons: “pessimo segnale”
di Francesca Conti MILANO M Anche a luglio l’ Italia si conferma in deflazione. Secondo i dati diffusi da Istat i prezzi sono scesi dello 0,4% su base annua e dello 0,2% rispetto al mese precedente. L’ istituto di statistica sottolinea che l’ inflazione negativa per il terzo mese di fila – non succedeva da giugno 2016 – continua a essere dovuta all’ andamento dei prezzi dell’ energia, ancora in caduta. Al contrario i prezzi dei beni per la cura della persona – che compongono il cosiddetto “carrello della spesa” – sono ancora un aumento, anche se più contenuto. Per il Coda cons il crollo dei prezzi è un “pessimo segnale per l’ economia italiana, perché rispecchia la grave crisi dei consumi che si registra nel nostro paese”. Secondo l’ Unione Nazionale Consumatori, invece, “gli effetti sono positivi, dato che la contrazione dei prezzi riduce la caduta del potere d’ acquisto dovuta alla flessione del reddito disponibile”, con un risparmio a famiglia sulla spesa di 153 euro l’ anno. A far proseguire la deflazione, come sottolineato da Istat, sono soprattutto i prezzi dei beni energetici. A luglio segnano però una flessione meno marcata, passando da un calo del 12,1% a una flessione del 10,3% sia nella componente regolamentata (da – 14,1% a -13,6%) sia in quella non regolamentata (da – 11,2% a -9%). L’ ampliamento della flessione dell’ inflazione a luglio si deve inoltre sia al rallentamento dei prezzi dei beni alimentari (da +2,3% a +1,3%), sia all’ ampliarsi della flessione dei prezzi dei servizi relativi ai trasporti (da -0,1% a -0,9%). L’ inflazione di fondo – al netto degli energetici e degli alimentari freschi – e quella al netto dei soli beni energetici decelerano quindi rispettivamente da +0,7% a +0,4% e da +0,9% a +0,6%. Nel mese rallentano invece i prezzi del carrello della spesa, che passano da un incremento del 2,1% a una crescita dell’ 1,2%, mentre prezzi dei prodotti ad alta frequenza d’ acquisto passano da +0,1% a -0,1%. L’ inflazione acquisita per l’ intero 2020 è -0,1% per l’ indice generale e +0,7% per la componente di fondo. “Una riduzione co si marcata dei prezzi non è affatto un elemento positivo, e non determina alcun incremento del potere d’ acquisto dei cittadini”, dichiara il presidente Codacons Carlo Rienzi. “Se i consumatori non comprano – aggiunge – i prezzi scendono, e di certo gli italiani non beneficiano di tale situazione, che determina solo una illusione ottica sul fronte del potere d’ acquisto”. Al contrario l’ Unione Nazionale Consumatori festeggia: “È molto positivo il raffreddamento del carrello della spesa”, che “aiuta la casalinga di Voghera a contenere il rincaro della spesa di tutti i giorni”. Secondo i calcoli dell’ Unc la deflazione consente un risparmio di 153 euro su base annua. Per una coppia con 1 figlio la minor spesa sarebbe pari a 149 euro, anche se il rialzo per le compere quotidiane è di 106 euro. Non tutte le regioni sono però in deflazione. In testa alla classifica delle regioni più costose con un’ inflazione a +0,7%, il Trentino che registra per una famiglia media un rialzo pari a 190 euro su base annua. Seguono Campania e Calabria.

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