4 Settembre 2018

«Calabresi invitati a curarsi in Sicilia», l’accusa del Codacons

 

REGGIO CALABRIA «Non è un mistero che la sanità calabrese sia ridotta al collasso. Ma che si giunga a sollecitare i cittadini a recarsi altrove per potersi curare, è francamente inaccettabile. Anche perché i costi finiranno per ricadere sempre sui bilanci della sanità calabrese». Il Codacons torna a condannare il protocollo d’intesa siglato dalla città Metropolitana di Reggio Calabria e l’assessorato per la Salute della Regione Siciliana, «che ha come unico obiettivo quello di “invogliare” i calabresi a varcare lo stretto».
«Un protocollo recentemente sottoscritto anche dal Comune di palmi e che rappresenta – secondo Francesco Di Lieto, vicepresidente nazionale del Codacons – la cartina di tornasole dello stato in cui versa la sanità nella nostra regione».
«Un turismo sanitario scellerato – aggiunge il Codacons – che comporta costi enormi non solo per chi è costretto a recarsi lontano dalla propria terra e dai propri cari, per curarsi, ma anche per le casse regionali. Per questo motivo appare francamente sconsiderata la scelta di “invitare” i Calabresi a varcare lo stretto per poter ricevere assistenza sanitaria ed inquietante il silenzio del Commissario Scura e del governatore Oliverio».
«Proprio l’assordante silenzio di Scura e Oliverio – conclude Di Lieto – ci lascia supporre che abbiano a condividere la speranza che i pazienti debbano fuggire dalla nostra regione per essere curati decentemente. Forse la Calabria meriterebbe di meglio».

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