Bush annuncia un vertice straordinario ma non intaccherà le riserve americane
- fonte:
- Giornale di Vicenza
Il petrolio non scende Nuovo allarme-rincari
Altro record e altri rialzi oltre i cento dollari al barile
ROMA Restano in tensione i prezzi del petrolio: a New York il West Texas intermediate ha toccato il nuovo record di 100,12 dollari dopo l`annuncio di una flessione delle riserve Usa pari a 4 milioni di barili mentre le scorte di benzina sono aumentate a 1,9 milioni di barili. Anche il brent del Mare del Nord ha fatto segnare il massimo storico a 98,50 dollari al barile a Londra. Allarmato, il presidente degli Stati Uniti George Bush ha messo in programma per oggi un incontro col presidente della Federal Reserve, Ben Bernanke, e col segretario al Tesoro, Henry Paulson, per fare il punto. Assicurando però – come era stato ventilato – che non verranno intaccate le riserve strategiche del Paese. La forza del greggio e il nuovo affondo della crisi dei mutui immobiliari hanno determinato la seduta contrastata vissuta dalle Borse mondiali. Grazie all`apertura positiva di Wall Street, che si è consolidata a metà seduta con tutti gli indici positivi (Dow Jones +0,51%, Nasdaq +0,34% e lo S&P 500 +0,43%), i listini europei hanno contenuto le perdite. Francoforte ha perso lo 0,51%, Parigi lo 0,08%, Milano lo 0,10%. L`unica a guadagnare è stata Londra (+0,98%). A rasserenare il clima è stata la flessione dei tassi interbancari per la quarta seduta consecutiva: il Libor a tre mesi in dollari è sceso al 4,65%, l`Euribor (che fa capo al mercato interbancario dell`area Euro) a tre mesi in euro al 4,64%. In ogni caso la fame energetica di India e Cina, l`immobilismo dell`Opec, la tensione politica in Pakistan e gli attacchi della guerriglia contro gli impianti di estrazione in Nigeria spingono il trend del greggio. Viceversa il cartello dei Paesi produttori, che non pare intenzionato ad aumentare la produzione giornaliera prima del vertice in calendario il primo febbraio, punta il dito contro la speculazione. Il problema non è la mancanza di rifornimenti ma l`enorme massa di liquidità che circola sui mercati finanziari. Questo mix esplosivo, secondo l`agenzia internazionale per l`Energia, rischia di proiettare i prezzi fino a 150 dollari al barile. E l`istituto economico tedesco Diw prevede addirittura quota 200 dollari nel giro di dieci anni. Prospettive che evidentemente non allarmano l`Aie, che non ha in vista alcun intervento straordinario per calmierare i prezzi. Insieme alle nuove previsioni di crescita del greggio, arrivano anche le stime aggiornate delle associazioni dei consumatori: per il Codacons, il petrolio a 100 dollari significa una stangata da 450 euro all`anno per ogni famiglia, di cui 160 euro per la benzina e 240 per luce, gas e riscaldamento. Più pesante il bilancio stilato da Adusbef e Federconsumatori, per i quali “la ricaduta“ sulle famiglie sarà invece di 480 euro, mentre Coldiretti lancia l`allarme sui maggiori costi a carico del settore agricolo, sui quale però il governo intende vigilare “con severità affinchè fenomeni speculativi non vadano ad avvelenare il già difficile capitolo dei costi dei carburanti“, ha assicurato il ministro Paolo De Castro. Segnali contraddittori arrivano dall`economia americana. A novembre gli ordini del comparto industriale hanno registrato un rialzo dell`1,5%, superiore alle previsioni. Ma sono crollate le richieste di prestito-casa (-12%) e di rifinanziamento (-15%). Risultato: il dollaro si mantiene debole a quota 1,47 sull`euro e il mercato scommette su un ulteriore taglio dei tassi di interesse da parte della Fed a gennaio. E continua la corsa dell`oro che ha raggiunto il nuovo record di 861,80 dollari per oncia ai massimi da 28 anni a questa parte.
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