11 Aprile 2003

BUROCRAZIA, IL CASO



Oltre 245mila lettere spedite dal servizio riscossione tributi ad altrettanti napoletani, per somme dovute allo Stato. Ma dietro l?occasione di pagare il 25 per cento della cifra dovuta, grazie al condono previsto dalla Finanziaria, rispunta l?incubo delle «cartelle pazze». Insieme alle cartelle iscritte a ruolo dal ?97 al 2000, a molte persone stanno arrivando avvisi di riscossione per somme addirittura già versate o in prescrizione. Oppure tasse di possesso per auto mai possedute o rottamate da anni. Un caos, che crea ulteriore confusione nei cittadini che si precipitano all?Esattoria di via Nazario Sauro, all?Agenzia delle entrate di via Diaz e all?ufficio tributi di via Nuova Poggioreale. Secondo la Esaban, società concessionaria della riscossione, finora il margine di errore nel calcolo delle somme dovute è stato minimo. Ma le associazioni che difendono i consumatori già hanno raccolto decine di proteste. E adombrano l?ipotesi che, nel raschiare il fondo del barile, si stia cercando di riscuotere somme altrimenti inesigibili.
Tutti i responsabili delle associazioni sono sulle barricate, assediati dalle richieste di chiarimenti. Luigi Matera dell?Adiconsum: «È una vergogna. Con la scusa del condono si pretendono pagamenti non dovuti. È immorale. Si continua a scaricare l?inefficienza della pubblica amministrazione sui cittadini. Perchè la magistratura non interviene?».
Altrettanto polemico l?avvocato Angelo Pisani, presidente del comitato tutela consumatori. «Questa tecnica andava bene cinque o sei anni fa, quando i napoletani ancora non avevano sperimentato le cartelle ?pazze?. Oggi abbiamo imparato il trucchetto».
Sulla stessa linea l?avvocato Giuseppe Ursini del Codacons, proprio mentre anche a lui arriva una busta con un avviso di riscossione, relativo al ?91. «Si sta facendo del terrorismo – dice – Paventando chissà quali problemi se non si paga. Non ho ancora capito cosa c?è sotto». Al suo ufficio già sono giunte quindici segnalazioni al riguardo.
Se poi le cartelle dovessero diventare ancora più «pazze», spiega Ursini, ecco prospettarsi un altro incubo: quello delle cosiddette ganasce fiscali. Una cartella esattoriale non pagata può spesso portare al fermo amministrativo dell?automobile. È del primo aprile la direttiva che i concessionari del servizio di riscossione dovranno avvisare preventivamente i debitori morosi, e che solo in mancanza di pagamento degli importi dovuti entro venti giorni si renderà a rendere operativo il fermo amministrativo dei veicoli intestati ai contribuenti inadempienti. Ma intanto le «ganasce» sono state già applicate a molti automobilisti: uno di questi, residente a Positano, ha risolto la controversia con l?Inps. Ma la sua auto è bloccata da febbraio.

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