26 Luglio 2021

Burioni si scusa, ma rinfocola: “Da non credere”

Sommerso di insulti e con un esposto del Codacons pronto a partire, il virologo Roberto Burioni si scusa ma allo stempo rincare la dose, mantenendo accesa la polemica. Quel tweet sui cosiddetti No Vax che lo ha letteralmente fatto piombare al centro di una furiosa bufera? Non lo riscriverebbe, “perché qualcuno si è sentito offeso”. In ogni caso, per lui, “che uno finisca ricoperto di insulti perché dice che bisogna vaccinarsi è roba da non credere”.

Parlando ai microfoni de Il Corriere, il professore di Virologia del San Raffaele di Milano, arrivato anche a paragonare coloro che hanno scelto di non vaccinarsi a degli evasori fiscali (“Quelli che non si vaccinano non sono eroici idealisti, ma semplici egoisti. Assomigliano molto agli evasori fiscali”, si legge in un altro dei suoi post), ha spiegato che il suo era stato un tweet ironico. “Il mio era un tweet ironico, ma io ho dimenticato che Twitter non è il luogo dell’ironia (e dell’autoironia). Colpa mia comunque”, ha dichiarato.

Poi, quasi a voler riaccendere le polemiche, ha aggiunto: “Che uno finisca ricoperto di insulti perché dice che bisogna vaccinarsi è roba da non credere nel 2021, dopo quello che abbiamo passato”.

Quanto agli attacchi subiti sino ad ora, il professore si è lamentato, riferendosi ai commenti di Giorgia Meloni (FdI) e Marco Rizzo (Partito comunista): “Mi odiano i neofascisti, ma mi odiano anche i veterocomunisti”. “Penso proprio di essere nel giusto”, è stata la sua decisa conclusione. La bufera, dunque, è ben lungi dal passare.
Cosa è successo

Le posizioni del professore di Virologia del San Raffaele di Milano sono assai note. Comparso in tv innumerevoli volte, non ha mai perso occasione per ribadire l’importanza dei vaccini nella lotta al Covid-19. Inconcepibile, per il virologo, l’intenzione di alcuni cittadini, banalmente etichettati come No-Vax, di non sottoporsi all’inoculazione del siero.

Il suo tweet, arrivato subito dopo la conferenza del premier Mario Draghi, ha lasciato a dir poco sbigottiti. “Propongo una colletta per pagare ai novax gli abbonamenti Netflix per quando dal 5 agosto saranno agli arresti domiciliari chiusi in casa come dei sorci”, questa la frase pubblicata su Twitter da Roberto Burioni. Frase duramente condannata dal popolo del web. Definire “sorci” una parte del popolo italiano, attaccata per le proprie idee, giuste o sbagliate che siano, ha provocato la furiosa reazione di tantissimi utenti. Anche il Codacons ha promesso un esposto con tanto di richiesta di radiazione dall’Ordine dei medici.

Le reazioni

Tanta la rabbia del popolo del web. “Sarebbe lei il sorcio da laboratorio in qualità di cavia per le case farmaceutiche”, è il violento attacco di un utente. E ancora: “Questo tweet ha un che di hitleriano”. A finire sotto accusa il termine “sorci”, che qualcuno ha voluto ricollegare al periodo nazista. “Voi sapete chi era che evocava le immagini dei topi per gli uomini che abitavano i ghetti vero? Chiediamo alla Senatrice Liliana Segre cosa pensa di questo messaggio?”, è stata anche la replica del rappresentante della Lega Claudio Borghi.

“Davvero il prof. Burioni pensa di convincere con questi toni gli italiani a vaccinarsi? E soprattutto, è sulla base di queste lucide ‘valutazioni scientifiche’ che noi limitiamo i diritti fondamentali delle persone, e pensiamo di combattere il mostro del covid?”, è stato il commento della leader di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni. “Questa non è scienza, e sfido chiunque a dire che un post del genere possa essere la valutazione di uno scienziato. Frasi del genere non contribuiscono in alcun modo alla campagna vaccinale, servono solo a farsi invitare in televisione e appagare il proprio bisogno di apparire. Ed è vergognoso”.

Più duro il parlamentare Gianluigi Paragone, leader del partito Italexit, che ha invece deciso di denunciare il medico. Azione legale intrapresa anche dall’avvocato Marco Lamberti, che sui social ha dichiarato di voler presentare un esposto all’Ordine dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri di Pesaro-Urbino e per conoscenza alla Procura della Repubblica di Pesaro.

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