20 Novembre 2017

Brexit: Milano tra i candidati per accogliere nuova sede Ema tra vantaggi e rischi

 

 

L’Agenzia europea del farmaco (European Medicines Agency, Ema) e l’Autorità bancaria europea (European Banking Authority, Eba) stanno cercando casa in Europa, dopo essere state costrette a lasciare la loro sede a Londra in vista della Brexit prevista nel 2019. La decisione sulla nuova destinazione delle due agenzie sarà presa oggi dall’Unione europea, con un voto organizzato a Bruxelles. Tra i 27 paesi membri, Milano si è candidata per accogliere (e approfittare delle ricadute economiche associate) l’Ema e i suoi quasi 900 dipendenti.

Come effetto collaterale del divorzio della Gran Bretagna dall’Unione europea, l’Ema e l’Eba, che hanno sede nel quartiere di Canary Wharf a Londra, devono fare i bagagli e trasferirsi con le loro centinaia di impiegati in una città del blocco europeo che si è offerta a ospitarle. Complessivamente, sono state 19 le città che si sono candidate per accogliere l’Agenzia del farmaco, tra cui Amsterdam, Boon, Barcellona, Helsinki, Lille e anche Milano. La lista è meno lunga per l’Agenzia bancaria e i suoi 170 dipendenti, che ha ricevuto l’offerta da parte di otto città europee, tra cui Francoforte, Parigi e Lussemburgo. Le città di Dublino, Bruxelles, Varsavia e Vienna, invece, si sono candidate per ospitare entrambe le agenzie.

 

La procedura di voto è piuttosto complessa. Al primo turno, ogni paese dispone di sei punti complessivi per ogni agenzia, da destinare in questo modo: tre alla prima scelta, due alla seconda e uno alla terza città preferita. Se necessario, saranno possibili fino a tre turni di voto, ciascuno con regole differenti. Tra un turno e l’altro non sarà reso pubblico il numero di punti ottenuto da ciascuna città candidata in modo da non influenzare le votazioni successive.

Milano candidata a ospitare la nuova sede dell’Ema: un parere favorevole e uno contrario
La candidatura di Milano come nuova sede dell’Agenzia del farmaco sarebbe una notizia positiva per l’Italia che beneficerebbe di tutto l’indotto. Lo sostiene Francesco Longo, professore di management sanitario all’Università Bocconi e membro di Cergas (Centro di Ricerche sulla Gestione dell’Assistenza Sanitaria e Sociale), che interpellato da Finanza.com ha spiegato: “Se arriverà l’Ema, la selezione dei farmaci per i diversi sistemi sanitari dei paesi europei verrà eseguita a Milano e ciò spingerà tutte le grandi case farmaceutiche ad avere una sede qui. Quindi l’indotto sarebbe costituito non solo dagli uffici e dai dipendenti dell’Ema ma anche dallo sviluppo di un sistema di ricerca e imprenditorialità che già esiste, in quanto l’Italia oggi è il secondo mercato farmaceutico in Europa”. Non solo. Avere l’Ema a Milano significherebbe moltiplicare la fetta di investimenti che l’Italia riceve attualmente in una prospettiva di lungo periodo, visto che il trasferimento dell’agenzia non sarebbe per poco tempo.
Di parere opposto invece il Codacons che attacca la candidatura di Milano come nuova sede dell’Ema, proprio per la presenza di un numero elevato di multinazionali farmaceutiche con un conseguente rischio di un conflitto di interesse. “Il rischio concreto insito nella scelta di Milano è di assoggettare l’Agenzia europea all’influenza della lobby dei farmaci, che in Italia trova terreno fertile ed estende i propri interessi come in un nessun altro paese Ue, con la conseguenza di privare l’ente della necessaria oggettività e imparzialità che deve contraddistinguere il suo operato”, ha spiegato l’associazione a difesa dei consumatori.

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