28 Agosto 2015

Brevi

Brevi

Il ministero del lavoro corregge i dati diffusi sul numero dei contratti. Nei primi sette mesi del 2015 si sono registrati 327.758 contratti a tempo indeterminato in più e non 630.585 come comunicato nei giorni scorsi. La cifra somma il saldo fra attivazioni e cessazioni (+117.498) e stabilizzazioni (210.260). Lo si legge nelle tabelle corrette ieri. Le tasse sulla casa a carico dei proprietari italiani sono aumentate del 177% in tre anni. Lo denuncia il Codacons, che chiama in causa il combinato Imu e Tasi, tornato al centro dell’ attenzione dopo l’ annuncio di Matteo Renzi, che ha promesso l’ eliminazione delle due tasse a partire dal 2016. Dal 2011 al 2014 gli italiani hanno dovuto sborsare 16 miliardi di euro in più a titolo di tasse sulle abitazioni di proprietà, spiega l’ associazione. Le imprese turistico-ricettive guardano con attenzione e preoccupazione al percorso di modifica della tassazione sugli immobili che il presidente del consiglio ha annunciato nei giorni scorsi. L’ Imu più la Tasi, spiega Federalberghi, «pagati nel solo 2014 dal settore ammontano a circa di 893 milioni di euro, pari a 817 euro per ciascuna delle 1,1 milioni di camere esistenti nei circa 34 mila alberghi italiani. Si tratta di un prezzo enorme, reso ancora più gravoso dal fatto che l’ imposta è dovuta anche in relazione ai periodi di bassa stagione, quando gli alberghi sono a riposo o comunque semivuoti, così come nei tanti casi in cui, a causa della crisi di questi anni, le porte delle strutture si sono purtroppo chiuse definitivamente». Tra il 2000 e il 2014 le entrate tributarie sono aumentate del 38,6%, mentre la spesa pubblica al netto degli interessi sul debito è salita del 46,5%. Entrambe queste due voci hanno subito un’ impennata nettamente superiore a quella registrata dal Pil italiano che nello stesso periodo di tempo ha segnato un incremento del 30,4%. Lo spiega la Cgia di Mestre in una nota. Tuttavia, fa notare l’ Ufficio studi degli artigiani veneti, sarebbe ingeneroso definirci un paese di spendaccioni. Gli ultimi dati disponibili (anno 2013) ci dicono che la spesa pubblica italiana è pari al 50,8% del Pil, solo 1,4 punti in più della media dei paesi dell’ Area euro. Detto ciò, se dall’ importo totale togliamo la spesa pensionistica (16,7% del Pil) e quella per interessi sul debito pubblico (4,9% del Pil), le nostre uscite si riducono al 29,2 per cento del Pil, contro una media dei paesi che compongono l’ Area euro pari al 33,8%, potendo così contare su una spesa media, al netto di previdenza e interessi, più contenuta di ben 4,6 punti percentuali di Pil. I funzionari del ministero del lavoro, abilitati all’ esercizio della professione forense, rappresentano l’ amministrazione in giudizio ma non possono iscriversi nell’ elenco speciale dell’ Albo degli avvocati. Dirpubblica, informa una nota, ha scritto nei giorni scorsi nuovamente al ministro del lavoro per risolvere la questione. Sette mesi del 2015 con l’ Abi che ha erogato mutui alle famiglie, per l’ acquisto di case, pari a 26,6 miliardi, con un aumento dell’ 82% rispetto ai 14,6 miliardi dello stesso periodo del 2014. L’ Abi parla di «forte ripresa del mercato». Bisogna risalire al 2011 per trovare qualcosa di simile (26,9 miliardi). In aumento i mutui a tasso fisso, mentre per i finanziamenti alle imprese si è verificato un +16% nei primi sette mesi del 2015.

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