Boxol massacrato sul muro Le libere proteste in 300 fogli
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fonte:
- La Nuova Venezia
I soldi non torneranno indietro, la delusione non sarà ripagata, le ore passate a digitare compulsivamente su Boxol non saranno rese; ma carta canta, grida e resta sull’altro muro del festival, quello in compensato nel parchetto giusto ieri intitolato ad Alida Valli dietro il Palazzo del Cinema, dove chiunque può lasciare la propria goccia di vetriolo. Da venticinque anni sfogatoio pubblico della Mostra del Cinema, animata dal conduttore televisivo Gianni Ippoliti e dal Codacons, l’iniziativa “Ridateci i soldi” dà voce a chi non farà mai un red carpet, non assaggerà nessuna tartina nella Sala degli Stucchi dell’Excelsior, ma ogni giorno entra ed esce dalle sale, se ci riesce. La piattaforma di prenotazione Boxol, nome a metà tra un noto trattamento estetico e un farmaco, ha assunto quest’anno una popolarità di cui avrebbe fatto volentieri a meno. «Con Boxol non entri e non rimani mai deluso. Boxol protegge dai disturbi da cattive visioni» scrive qualcuno in una finta pubblicità anni Sessanta di compresse Boxol. Oppure, «Ridateci un Boxol normale e ridateci i Led Zeppelin», «Vorrei ma non Boxol», «Faccio prima a mettermi con Penélope Cruz che a prenotare un film a questa Mostra» e via sbertucciando il portale che si presenta con lo slogan “I tuoi biglietti a portata di clic”. Un accreditato, invece, l’ha presa molto sul serio e si è presentato alla Guardia di Finanza con l’intenzione (poi rientrata) di sporgere denuncia. «Boxol quest’anno ha unito tutti» dice Gianni Ippoliti «si-curamente è stato l’argomento che ha suscitato il maggior numero di stroncature». Non se la passa bene nemmeno il film “Il Buco” di Michelangelo Frammartino (in Concorso) sull’esplorazione di un gruppo di speleologi a 700 metri di profondità nelle grotte del Pollino. «Il Buco, miglior rimedio per l’insonnia» scrive #teamcinzia. «Co-ming soon “Il Buco”» dove la trama è il disegno di un buco nero. «Lasciamo a tutti la possibilità di dire quello che pensa» dice ancora Ippoliti. «Questo è un muro che contiene tutto, disegni, battute, segnalazioni, vignette». Oltre trecento i fogli della gogna appesi nella prima settimana di festival. Esaurito lo spazio sul muro, ha incominciato a riempirsi lo spazio sul muretto dell’area ristoro. Ce n’è anche per “Spencer” di Pablo Larraìn – «Spencer, purtroppo non è Bud» – su Almodóvar- «A.A.A. Cerco opera di Almodóvar in cui non si tratti l’argomento madre. Massima serietà. Esclusi perditempo»,e anche per Paolo Sorrentino – «È stata la mano di Dio? No». La giuria, composta dal solo Ippoliti, assegnerà il premio alla migliore stroncatura venerdì alle 11. Consegnerà la coppa di legno il direttore del festival Alberto Barbera. — MANUELA PIVATO
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