24 Maggio 2018

Botte ai bimbi, maestre arrestate

parma, udine e catania: tre casi di maltrattamenti a scuola
Ancora maestre arrestate per maltrattamenti sugli alunni. Stavolta è successo in una scuola materna di Colorno, in provincia di Parma, dove due insegnanti sono state fermate dai carabinieri con l’ accusa di violenze fisiche e psicologiche su bambini tra i 3 i 5 anni. Ad Aci Catena, nel Catanese, invece, una maestra elementare è stata sospesa per dodici mesi dal Gip che l’ ha indagata per maltrattamenti e lesioni volontarie aggravate. Secondo quanto emerso dalle indagini, che hanno preso il via dopo la denuncia presentata ai carabinieri dai genitori di uno scolaro, la donna, 59 anni, avrebbe sottoposto gli alunni a maltrattamenti fisici e psicologici. Infine, un’ educatrice di un asilo nido privato di Udine è stata allontanata dalla struttura dopo essere stata indagata per maltrattamenti continuati su bimbi tra i 10 e i 22 mesi. Non risulta che la donna, una trentenne, abbia picchiato i piccoli ma, secondo il magistrato che ne ha disposto l’ allontanamento dall’ asilo, avrebbe adottato comportamenti giudicati troppo autoritari. Questi nuovi episodi hanno riacceso il dibattito sulla presenza delle telecamere nelle scuole, misura per la quale la deputata di Forza Italia, Annagrazia Calabria ha depositato una proposta di legge. «È un fattore determinante di prevenzione oltre che di rapida repressione dei crimini», sottolinea la deputata, rilanciando l’ iniziativa. Un appello a Movimento 5 Stelle e Lega, in vista dell’ avvio del nuovo governo, è stato lanciato in questo senso anche dal Codacons, mentre la Gilda degli insegnanti ritiene opportuno che «il legislatore indichi espressamente quando una ramanzina o una punizione comminata a un alunno discolo è legale e quando si sconfina nell’ illecito penale». Nettamente contrario e non da oggi, all’ utilizzo delle telecamere a scuola come strumento di prevenzione delle violenze sugli alunni, è il medico esperto di burnout, Vittorio Lodolo D’ Oria, che dal 2015 sta seguendo una quindicina di processi, in tutta Italia, che vedono gli insegnanti sul banco degli imputati. «Le telecamere non possono essere la soluzione del problema – spiega – perché sono un sistema di prevenzione secondaria: prima filmo le violenze e poi intervengo. Credo che, le violenze, sia meglio prevenirle intervenendo a monte». Tra i motivi di queste esplosioni di violenza contro gli alunni, Lodolo D’ Oria mette al primo posto l’ età dei docenti coinvolti. Nel 90% dei casi, ricorda, si tratta di insegnanti con oltre 50 anni di età, ma anche più vecchi e con almeno 30 anni di servizio nella scuola. «Non possiamo più affidare i bambini a ‘maestre-nonne’, bloccate a scuola dalla riforma Fornero che ha elevato l’ età pensionabile», sottolinea l’ esperto, che ricorda come la prevenzione dello Stress da lavoro correlato (Slc), espressamente prevista dal Testo unico 81/2008 sulla sicurezza dei lavoratori, nella scuola «non sia mai stata finanziata ». «In Italia – aggiunge Lodolo D’ Oria – non vengono nemmeno definite le malattie professionali degli insegnanti. Che non sono, come si crede, soltanto laringiti o disfonie, ma, con numeri cinque volte più grandi, le patologie da esaurimento psico-fisico. Che rappresentano anche l’ 80% delle certificazioni di inidoneità all’ insegnamento». RIPRODUZIONE RISERVATA Il tema Il fermo immagine del video dei carabinieri che incastra la maestra.
paolo ferrario

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