4 Maggio 2011

Bond Parmalat, c’ è il rischio beffa

Bond Parmalat, c’ è il rischio beffa
 

Caso dei bond Parmalat . Su un migliaio di risparmiatori trevigiani beffati (300 quelli seguiti da Federconsumatori), molti si sono mossi per tempo e sono stati risarciti. Ma quanti si erano costituiti parte civile nel processo per aggiotaggio contro le quattro banche coinvolte nel crac di Tanzi non hanno beccato un euro: il 19 aprile scorso c’ è stata l’ assoluzione di tutti gli imputati (filone minore del crac che ha già visto una condanna a carico dell’ imprenditore). Il presidente del Codacons Carlo Rienzi ha parlato di ingiusta assoluzione di «banche che hanno venduto carta straccia a 40.000 italiani», sulla stessa lunghezza d’ onda anche le altre associazioni dei consumatori. E sull’ appello pende l’ incubo prescrizione. Caso Tango bond : anche qui la beffa è dietro l’ angolo. Sono un migliaio i trevigiani che una decina di anni fa sottoscrissero obbligazioni poi rivelatesi «carta straccia» con lo Stato argentino. Una parte di essi ha transatto un rimborso parziale col Paese sudamericano. Molti, però, stanno ancora attendendo il da farsi, puntando a un rimborso integrale che finora non è stato riconosciuto praticamente a nessuno. Adesso però è partito il conto alla rovescia e c’ è una data a cui fare attenzione, quella del 23 dicembre 2011, quando scatterà la prescrizione decennale sul crack dei bond argentini. Chi non avrà intentato causa entro quella data perderà tutto. Fra il 1999 e il 2001 questi titoli sono stati venduti soprattutto a piccoli risparmiatori che successivamente al default della Repubblica Argentina hanno scoperto di avere in mano un mucchio di carta straccia e che i titoli erano adatti solo ad investitori speculativi. La prescrizione è decennale, quindi va ribadito che, se chi ha investito in queste obbligazioni non ha provveduto a mettere in mora la banca e bloccare la prescrizione, ha tempo fino al 23 dicembre per formalizzare alla propria banca la richiesta di risarcimento dei danni. «Per far ciò occorre mandare una raccomandata con ricevuta di ritorno di messa in mora utilizzando il facsimile che abbiamo già pubblicato da tempo sul nostro sito – spiega l’ associazione dei consumatori Adusbef – anche coloro che hanno aderito alle offerte di scambio del 2005 e del 2010 dell’ Argentina che prevedono un recupero di non oltre il 30% del capitale investito, possono mandarla». «Infatti anche chi ha aderito alla transazione può rivalersi sulla banca, se esistono le condizioni per la sua responsabilità, per recuperare la differenza del capitale perduto. I Tribunali hanno emesso numerosissime sentenze favorevoli agli investitori – continua l’ Adusbef – e la nostra associazione, in particolare, ha recuperato notevoli somme anche per mezzo di transazioni che hanno velocizzato l’ indennizzo dei risparmiatori. Chi avesse dei dubbi o desiderasse far esaminare la sua posizione si rivolga alle nostre sedi. Riceverà una consulenza orientativa gratuita». Se chi ha nel portafoglio i bond argentini deve nuoversi ormai per tempo, chi ha ancora i bond Cirio e per qualche motivo non ha ancora intentato causa, magari sperando in una soluzione legislativa, non ha più speranze. La prescrizione è scattata il 3 novembre 2007 per l’ emissione Cirio Finance 7,5 %, e di lì a pochi mesi per tutte le altre emissioni dello stesso genere. Ovviamente, può ancora farsi risarcire chi la causa l’ ha intentata per tempo e attende nelle more del giudizio. C’ è poi la partita dei titoli Lehman e quella dei titoli Islanda . «In questi due casi – spiega il Codacons – l’ azione legale è consigliabile per i titoli acquistati da ottobre 2007 in poi. Infatti da quel periodo era già emersa la reale rischiosità dei titoli. Per quelli acquistati prima, è necessario un esame caso per caso».
 

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