BOND ARGENTINI – La Camera dei Deputati replica all’esposto contro l’On. La Malfa… il Codacons non ha capito la risposta e invita i lettori a interpretarla
il Codacons non ha capito la risposta e invita i lettori a interpretarla
La camera dei deputati replica all’esposto contro l’on.La Malfa…
Il Codacons non ha capito la risposta e invita i lettori ad interpretarla.
Il testo della lettera dell’avv.Rienzi alla Camera dei Deputati
Roma, 30 maggio 2002
A S.E. il Presidente della Camera dei Deputati
P.zza Montecitorio
00186 ROMA
All’Ufficio dei Questori della Camera dei Deputati
P.zza Montecitorio
00186 ROMA
e p.c. agli Ecc.mi componenti della Commissione Finanze
della Camera dei Deputati
P.zza Montecitorio
00186 ROMA
e p.c. Federconsumatori
Via Palestro n. 11
00185 ROMA
e p.c. Adusbef
Via Farini n. 62
ROMA
e p.c. Adoc (Ass.ne difesa e orientamento consumatori)
Via Lucullo n. 6
00187 ROMA
Il sottoscritto avv. Carlo Rienzi ha partecipato quest’oggi ad una audizione presso la Commissione Finanze della Camera dei Deputati sul problema dei danni subiti dai risparmiatori italiani per la perdita di valore dei titoli argentini.
Dopo gli interventi di alcune associazioni è intervenuto lo scrivente che, con una chiara enfasi dialettica, ha iniziato dicendo testualmente: "non ringrazio (con riferimento ai ringraziamenti di rito che si fanno per essere invitati alle Commissioni parlamentari) né sottoscrivo (con riferimento ai contenuti dei precedenti interventi)".
Nel seguito lo scrivente immediatamente evidenziava, spiegando il significato di quella apertura dialettica "la grande frustrazione con cui si affrontano queste audizioni quando si sa bene che il Parlamento non può restituire ai consumatori il danno che hanno subito a causa dei comportamenti scorretti del sistema bancario".
Ancora più avanti lo scrivente, dimostrando proprio la grande importanza attribuita invece alla funzione della Commissione, avanzava una proposta formale ad essa di acquisire tutti i contratti stipulati dai risparmiatori per i titoli argentini, onde verificare se fossero stati sottoscritti specificamente con la dichiarazione di conoscenza dell’elevato rischio dell’investimento.
Così facendo – concludeva lo scrivente – la Commissione avrebbe reso un vero servizio ai consumatori, rendendogli possibile individuare le responsabilità delle banche e, quanto meno, agire giudiziariamente nei loro confronti per i danni.
In tal caso – concludeva lo scrivente, avanzando anche proposte di riforma legislativa sulla responsabilità dei promotori finanziari – i consumatori non avrebbero sofferto più di frustrazione ma sarebbero stati soddisfatti dal servizio reso ai cittadini.
A tale intervento seguivano interventi di numerosi parlamentari che tutti lo riprendevano (sia della maggioranza che della opposizione), apprezzandone i contenuti e condividendo la richiesta avanzata.
Stessa adesione veniva da tutte le altre associazioni negli interventi di replica.
Quando già la riunione era praticamente terminata il presidente della Commissione On.le La Malfa prendeva la parola per rimproverare lo scrivente di quanto affermato nel proprio intervento poiché non era corretto dire "che si andava alla commissione per perdere tempo e che l’audizione era una perdita di tempo" e che in un caso del genere non avrebbe più invitato tale associazione alle audizioni.
Fin qui i fatti dai quali si evidenzia:
- una presa di posizione della associazione CODACONS, evidentemente non compresa dal presidente della Commissione (a differenza di tutti gli altri componenti);
- una libera esplicitazione di critica da parte di tale Presidente nei confronti di tale posizione.
Al di là, tuttavia, della considerazione che soltanto il Presidente della Commissione evidentemente ha travisato il senso dell’intervento dello scrivente (così come, in apertura, aveva erroneamente indicato prima un altro avvocato in rappresentanza del Codacons, e poi lo scrivente addirittura in rappresentanza di un’altra associazione (Adiconsum)) ciò che è inaccettabile, e per cui si richiede l’intervento di codeste spettabili autorità, è il seguito dell’evento.
Infatti, il suddetto Presidente, quando lo scrivente ha ripreso la parola per rispondere alla ingiusta critica a lui rivolta, e che sarebbe stata poi verbalizzata negli atti parlamentari, chiarendo che evidentemente non era stato compreso il senso di ciò che si era detto e che si confermavano sia le "frustrazioni" dei consumatori, ben consci di non poter avere il denaro perduto da interventi del Parlamento, sia per altro la opposta e costruttiva proposta rivolta alla Commissione di acquisizione documentale che avrebbe reso un grande servigio ai risparmiatori stessi, ha ripetutamente tentato di far zittire lo scrivente affermando testualmente: "se non la smette non sarà più invitato a queste riunioni … se ne vada altrimenti non la inviteremo più a queste riunioni". Dopo di che, rivolto agli impiegati della Commissione e ad alta voce: "non lo invitiamo più a queste riunioni".
Questo comportamento è inaccettabile oltrechè gravemente illegittimo e violativo degli artt. 2, 3 e 97 della Costituzione.
Non è ammissibile, infatti, che gli inviti alle audizioni delle Commissioni parlamentari, che devono rispettare il principio del pluralismo e soprattutto della libertà di critica di chi viene ascoltato, sia soggetto al mero arbitrio del suo presidente che deve e dovrà invitare tutti coloro che hanno una funzione da svolgere per i fini per i quali la commissione è stata costituita, non potendosi escludere e discriminare alcuno, nemmeno se questi ritenga di dover criticare il comportamento di altri o manifestare la inutilità di alcune indagini rispetto ai bisogni concreti dei cittadini.
La scrivente associazione, quindi, si riserva ove la "minaccia" del presidente venga messa in atto, di agire in tutte le sedi, sia parlamentari che giurisdizionali, per l’accertamento dell’illegittimità di tale comportamento e i conseguenti risarcimenti dei danni.
Si chiede, intanto, l’autorevole intervento di codeste Autorità.
Con perfetta osservanza.
avv. Carlo Rienzi
presidente CODACONS
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