Bolli auto, il Pirellone batte cassa Cartelle esattoriali a 28.500 varesini
- fonte:
- La Provincia di Varese
Bollo auto, la Regione passa alla cassa. E per 28.500 varesini è arrivata l’ ora della cartella esattoriale. Per oltre la metà dei circa 50 mila automobilisti in provincia di Varese che non risultano aver pagato il bollo, la Regione è passata dagli avvisi bonari alla riscossione forzata affidando l’ incarico del recupero crediti ad Equitalia-Esatri, il cui ufficio regionale dei tributi sta recapitando in queste settimane le cartelle. Per ora è arrivata a chi non risulta aver pagato la tassa regionale sulla proprietà automobilistica dovuta per gli anni 2004, 2005 e 2006, e il numero delle posizioni debitorie nella nostra provincia per il triennio considerato è tutt’ altro che esiguo. Se l’ esborso richiesto dalle cartelle in questione arrivasse a un media di 200 euro l’ una, il malloppo che andrebbe ad alimentare le entrate regionali ammonterebbe a 5,7 milioni di euro, mentre ammonterebbe fino a 10 milioni tondi nel caso di tutti gli automobilisti che risultano non paganti. Il bollo resta una tassa odiata ma rilevante sulle casse regionali, e la provincia di Varese in particolare è una gallina dalle uova d’ oro: detiene il record in Lombardia per la più alta concentrazione automobilistica con le sue 542.287 auto circolanti su 871.448 residenti, che fanno in media 62 auto ogni 100 abitanti. Ecco una delle ragioni per cui la Regione ha avviato la maxi campagna di recupero crediti. Se è indubbio che chi non ha pagato è tenuto a farlo, il problema si presenta per quei tanti pagamenti del bollo che sono stati effettuati ma che risultano non pervenuti al Pirellone. Avvertendo l’ arrivo imminente di una nuova ondata di ingiunzioni sul nostro territorio, il Codacons avverte subito: «Per chi ha conservato la ricevuta ci sono buone speranze, ma chi l’ ha persa sostanzialmente è spacciato». Se si tratti o meno di cartelle pazze, non ci è dato di sapere. Di certo si sa che alcune di queste lo sono, ma sta solo e soltanto al cittadino provarlo: «L’ onere della prova è invertito in questo caso ? spiega Antonelli ? cioè non è l’ ente che emette l’ ingiunzione a dover dimostrare ciò che chiede, ma il destinatario della richiesta a dover portare la documentazione per provare il contrario. Per questo noi raccomandiamo sempre di conservare sempre tutto, ricevute, tagliandi, scontrini per dieci anni». Sorpresa ulteriore, se qualcuno si fosse stupito di trovarsi a casa una cartella esattoriale per un bollo del 2004 dovrà comunque mettersi il cuore in pace perché in questo caso non ricorrono i termini di prescrizione. «L’ avviso bonario – spiega il delegato – ha interrotto i termini e quindi non scatta alcuna prescrizione». Per il cittadino si torna al punto precedente: non potendo dimostrare di non averlo ricevuto, la prescrizione di fatto viene esclusa. Cosa deve fare quindi chi ricorda di aver pagato? «Scartabellare tutti i cassetti – conclude Antonelli – per capire se ha ricevuto un avviso bonario e nel caso cos’ ha fatto in seguito. Se trova qualche tipo di documento con ricevuta allegata che dimostra l’ avvenuto pagamento può fare ricorso». Ci sono tre strade: il provvedimento di autotutela presentando la documentazione alla sede locale della regione e chiedendo l’ annullamento della cartella, la stessa procedura presentandosi però all’ Esatri, o il ricorso alla commissione tributaria provinciale. L’ ultima è la procedura più complicata, la prima quella consigliata e la più semplice.
- Sezioni:
- Rassegna Stampa
- Aree Tematiche:
- ECONOMIA & FINANZA
- TRASPORTI
- Tags: auto, automobilisti, bollo, cartelle esattoriali, equitalia/esatri, Varese